Regia di Oreste Biancoli vedi scheda film
Candido, giostraio tuttofare, si traveste da chiromante per sfuggire a un energumeno infuriato con lui; è con quel costume improvvisato che conosce una bella ragazza, di cui puntualmente si innamora. Sarà per lui l’inizio di una girandola di disavventure.
Non sarà il miglior film di Macario, né la miglior regia di Oreste Biancoli, non sarà un prodotto esilarante o quantomeno capace di reggere senza troppe scalfiture agli assalti del tempo, eppure Il chiromante risulta ancora oggi una commediola – esile esile nei contenuti e nella costruzione narrativa, certo – dai piacevoli toni sopra le righe, fumettistici, e dal buon ritmo, con un protagonista azzeccato e sempre a suo agio. Il ruolo di Candido è stato d’altronde scritto addosso a Erminio Macario, in quel momento nome di grande richiamo per il pubblico della sala cinematografica; il copione scritto dal regista (che d’altronde è maggiormente noto come sceneggiatore), da Dino Falconi e da Akos Tolnay, tratto da un soggetto di Vincenzo Rovi, non offre idee particolarmente originali o trovate memorabili, ma mette a ogni modo in piedi un’operina onesta e sufficientemente leggera per i difficili tempi in cui esce, vale a dire nel bel mezzo del secondo conflitto mondiale. Accanto a Macario recitano, tra gli altri, Enzo Fiermonte, Luisella Beghi, Carlo Rizzo, Katiuscia Odinzova e Matteo Gianotti, oltre a un gruppetto di bambini: basta del resto il comico piemontese a riempire lo schermo a dovere, con le necessarie – e ineccepibili – spalle. 3,5/10.
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