Regia di Anthony Minghella vedi scheda film
Tratto dal romanzo di Michael Ondaatje, Il paziente inglese è un polpettone "romanzesco e ridondante" (Kezich) nel quale c'è posto per l'avventura, i sentimenti, la guerra, lo spionaggio e il melodramma.
Autunno 1944. Nella sagrestia del monastero di Sant'Anna, presso Pienza, un'infermiera (Juliette Binoche) si prende cura di un uomo (Ralph Fiennes) - presunto inglese - la cui pelle è orribilmente bruciata a seguito di un incidente aereo. Sul luogo sopraggiunge il sedicente Caravaggio (Willem Dafoe), ladro alla ricerca della spia che - fornendo alcune foto compromettenti ai tedeschi - ha fatto passare lui stesso per una spia, con la conseguenza di trovarsi le mani mutilate. L'uomo che cerca è proprio il paziente, presunto inglese, canadese, ungherese o tedesco che sia. Il quale racconta la propria storia d'amore iniziata al Cairo, dove lavorava come cartografo e dove conobbe Katherine Clifton (Kristin Scott Thomas), donna maritata senza convinzione e destinata ad una tragica sorte dalla furia del marito kamikaze. Coronato dall'inizio alla fine da dialoghi apodittici e lapidari, inzeppato da luoghi comuni, cristologico e moralista fino all'esasperazione, confuso, pletorico, oleografico e altamente improbabile, il film dell'oriundo inglese Anthony Minghella è inspiegabilmente riuscito a guadagnare 9 premi Oscar. Tratto dal romanzo di Michael Ondaatje, Il paziente inglese è un polpettone "romanzesco e ridondante" (Kezich) nel quale c'è posto per l'avventura, i sentimenti, la guerra, lo spionaggio e il melodramma. Tra dischi d'epoca, ammiccamenti alla narrativa e all'archeologia sparsi a caso, fotografia patinata del deserto nordafricano, il film vorrebbe aggiungere alle sue tante mire quella dell'opera pseudo-colta. Che invece, con un minimo d'attenzione, si rivela null'altro che una trovata col respiro della soap-opera.
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