Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film
Incardinato tra le ansie del proprio lavoro, indolenza congenita e dubbi esistenziali, Dario (Diego Abatantuono), psicologo di un Centro di Igiene Mentale di Roma, si ritrova suo malgrado attorniato da quattro donne. Nora (Lina Sastri) è quella con cui ha una relazione da diversi anni. Anna (Monica Guerritore) è la ragazza che l'amico Mario (Massimo Venturiello), che gli è morto tra le braccia, gli ha portato via ai tempi del liceo. Ester (Amanda Sandrelli) è la ragazzina che Mario ha sobillato facendosi passare per l'amico. E infine c'è Silvia (Domiziana Giordano), una schizofrenica in cura presso il C.I.M. che lo assilla con metodi terroristici. Dilaniato dall'impossibilità di un confronto normale con ognuna della quattro, vittima di equivoci a ripetizione, appesantito da una pigrizia immarcescibile, Dario deciderà di dar loro appuntamento nello stesso posto alla stessa ora in un finale degno di Antonioni, scegliendo così di non scegliere (ma nel libro Dario sceglie Anna).
Film di sottilissimo acume, tratto dal romanzo omonimo di Giovanni Pascutto e sceneggiato da autore e regista, Strana la vita è un viaggio intelligente nei sentimenti maschili, in bilico tra le tentazioni del dongiovannismo e l'esercizio di un'umanità autentica. Come è di moda per molta parte del cinema italiano - spesso maltrattato a ragione ma altrettanto spesso vittima di pregiudizi - la critica lo ha ignorato, non raccogliendo così, dopo la bella prova di Oggetti smarriti, una splendida lezione, malinconica e divertente allo stesso tempo, sull'inquietudine umana, in cui "il regista esercita il suo talento impervio, puntuto, tutto rivolto a un cinema di alta impaginazione" (Kezich). Nei titoli di testa Claudio Bisio compare con nome di Carlo. Cammeo per il massmediologo Alberto Abruzzese.
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