Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film
La vita è “strana” perché “estranea, aliena” al nostro modo di pensare il futuro ed impostare il rapporto con i nostri simili. Questo film rispedisce al mittente la filosofia patinata del “cogli l’attimo, afferra il tuo destino, sfrutta l’occasione” e gli aforismi incantati come “gli uomini sono fatti gli uni per gli altri”. Il mondo ritratto è l’esatto opposto del magico eldorado della pubblicità e dell’editoria “new age”. La verità è che l’esistenza non cessa mai di tormentarci con dilemmi, salvo poi farci scoprire che, in realtà, non abbiamo scelta alcuna: la vita ci confonde, e poi ci inchioda. Il peggiore dei mali è proprio l’inganno, che è l’origine di ogni tragedia: a quello operato dagli eventi si somma quello che noi stessi ci procuriamo o infliggiamo agli altri. Paradossalmente, sono le coincidenze, ciò che noi siamo portati a derubricare come il folle trastullo del destino, a fornire, a volte, gli unici indizi illuminanti e rivelatori.
Bertolucci immerge i suoi personaggi in geometrie scarne, vuote e distanti, facendoli apparire come congelati, immobili nel loro scollamento dalla realtà.
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