Regia di Denis Rabaglia vedi scheda film
Uno stimato ricercatore universitario incontra per caso, una sera, un uomo ferito da un proiettile. Per avergli salvato la vita, l’uomo propone una ricompensa particolare: trattandosi di un killer, ucciderà gratis il peggior nemico dello studioso. Non solo a quest’ultimo non viene in mente nessuno di particolare, ma la situazione si complica quando il killer – in incognito – viene a contatto con la famiglia del ricercatore.
Lo svizzero-italiano Denis Rabaglia non è un regista prolifico o tantomeno uno che accetti lavori solo per il piacere e dovere di girare film; dietro ai pochi titoli da lui diretti si riesce sempre a scorgere una vena di originalità e di ambizione. Questo non è poco e va specificato subito. È lo stesso che nel 2000 esordì nel lungometraggio con Azzurro, il cui protagonista era nientemeno che Paolo Villaggio; qui, con Un nemico che ti vuole bene, sviluppa un soggetto di Krzysztof Zanussi (con una sceneggiatura di Rabaglia, Heidrun Schleef, Luca de Benedittis, Diego Abatantuono e David McWater, consulenza di Ninì Salerno) e mette in scena un thriller atipico, che lascia la perenne sensazione di sfociare nella farsa, mentre prosegue in realtà ad approfondire la sua trama nera e misteriosa. Fin qui tutto bene, ma non mancano difetti e limiti naturalmente: in primis la scelta del protagonista, Diego Abatantuono per l’appunto, è quantomeno discutibile. Perché, come già rilevato, a più riprese la pellicola sembra poggiarsi su atmosfere leggere e l’idea di approfondire la trama all’interno del nucleo famigliare, caratterizzando anche in maniera marcata i vari parenti, con un cast corale che comprende anche altri attori dall’evidente potenziale comico (Antonio Catania, Ugo Conti, Roberto Ciufoli e, perché no?, Sandra Milo e Massimo Ghini), non fa altro che snaturare o quantomeno sminuire il ruolo drammatico affidato ad Abatantuono. È invece in parte Antonio Folletto, coprotagonista proveniente dal mondo del piccolo schermo, mentre risulta ‘rivedibile’ Annabella Calabrese; contraddittoria anche la particina del prete affidata a Paolo Ruffini. Tutto sommato e tutto sottratto, Un nemico che ti vuole bene ha un suo perché, ma ne suscita anche svariati altri nello spettatore. 4,5/10.
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