Regia di Nuri Bilge Ceylan vedi scheda film
L'albero dei frutti selvatici, nonostante un titolo (almeno quello italiano: l'originale dovrebbe suonare tipo Il pero selvatico) ostentatamente poetico, è uno dei film degli ultimi tempi che mi è piaciuto di più. Ci si sente pulsare la vita, nel suo rifiuto di descrivere personaggi totalmente positivi e personaggi totalmente negativi, ma anche nel suo contemplare la possibilità di una conciliazione tra caratteri tanto diversi.
Ci sono personaggi, come per esempio la madre, che manifestano affetto al protagonista ma alla fine dei conti non si manifestano interessati a capirne l'essenza ed altri, come invece il padre così vituperato, che lo sforzo di capire l'animo del giovane lo fanno.
Poi ci sono gli intermezzi dialogici, prima con lo scrittore, poi con i due imam, a proposito dell'arte, dell'uomo, di Dio, che ricordano certo cinema di Buñuel e che anche per questo mi rendono molto caro il film di Nuri Birge Ceylan.
Gli interpreti, che non conosco, sono tutti assai bravi, soprattutto nel sapersi muovere nell'ambito di una natura che il regista sembra capace di far recitare insieme ai suoi attori. (21 febbraio 2019)
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