Regia di Guido Salvini vedi scheda film
Giulio, pilota di un bombardiere durante la seconda guerra mondiale, viene ingiustamente accusato di avere abbattuto una nave ospedale. Braccato dalla polizia, sarà l’amore per Marcella a salvarlo.
Principalmente noto per i suoi lavori in teatro, Guido Salvini non ha disdegnato di sperimentarsi anche nelle regie cinematografiche, specialmente nel decennio successivo alla fine del secondo conflitto mondiale. E a pochi anni da quegli avvenimenti storici – siamo infatti nel 1951 – mette in scena un film come questo Clandestino a Trieste, che fra atmosfere belliche e sottotrame romantiche racconta un drammatico spaccato di vita ai tempi della guerra. La storia è inventata e proviene dal romanzo omonimo di Camillo Del Signore, per l’occasione trasformato in sceneggiatura da Turi Vasile e Diego Fabbri. Nonostante le firme, il film risulta macchinoso e prolisso nell’andamento, sostanzialmente privo di un ritmo uniforme e neppure granchè accattivante dal punto di vista puramente estetico. Nel nucleo centrale del cast troviamo Jacques Sernas, Edda Albertini e Doris Duranti, mentre in ruoli meno importanti sono impegnati anche Massimo Girotti, Vittorio Sanipoli, Giancarlo Sbragia e l’americano Charles Fawcett. Inserito oltretutto in un contesto di cinema italiano in grande fermento, rivoluzionato dal neorealismo e già orientato a nuovi metodi narrativi, il film mostra davvero molti più anni dei suoi effettivi. 3,5/10.
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