Regia di Germinal Roaux vedi scheda film
BERLINO 2018 - SEZ. GENERATION 14 PLUS - GRAN PREMIO DELLA GIURIA - ORSO DI CRISTALLO
CINEMA OLTRECONFINE
Una giovane etiope di 14 anni chiamata Fortuna, trova rifugio presso un monastero cattolico svizzero nei pressi del passo del Sempione, dopo essere approdata in Europa tramite un travagliato viaggio in un barcone ove ha perso le notizie di entrambi i genitori, dati per dispersi.
Entro le mura dell'antico convento, sommerse dalla neve di un inverno rigido e particolarmente soggetto a precipitazioni, la ragazzina, fervente cattolica, prega per la sorte dei genitori e custodisce nella segretezza della propria intimità un avvenimento legato ad una conoscenza che l'ha vista frequentare un altro giovane immigrato africano, Kabir.
Scoperta la condizione della ragazza, al monaco coscienzioso che presiede il gruppo dei religiosi, viene lo scrupolo se lasciar decidere le autorità circa la soluzione da intraprendere, o invece cercare di capire ciò che la ragazzina desidera veramente.
Al secondo lungometraggio dopo Left Foot, Right Foot, il regista Germinal Roaux ci conduce addentro ad un mondo a se stante, reso ancora più isolato e fuori da ogni dimensione temporale (non fosse per il particolare inerente lo sbarco degli immigrati, si faticherebbe a dare una data all'epoca in cui si svolge la drammatica vicenda intima di Fortuna), dalla presenza di una neve che, fotografata da un bianco e nero luminoso nei suoi contrasti accesi, meglio di ogni altro elemento riesce a rendere la purezza di un atteggiamento, e la perseveranza di una giovane che, pur timidamente, non rinuncia a manifestare un proprio modo di intendere e di gestirsi.
Un film che rinuncia a teorizzare e ad esprimere giudizi, per concentrarsi sull'intimità caratteriale di una protagonista fantastica, che sa esprimersi nei gesti e nella risolutezza del proprio incedere.
Tra i personaggi in rilievo, straordinario appare, come quasi sempre, il grande Bruno Ganz, impegnato ad impersonare il priore dell'abazia, saggio, posato, riflessivo e proteso a trovare una soluzione al dilemma pratico e morale, che sappia andare oltre le facili soluzioni "politiche" previste da un comportamento più burocratico che etico.
Lo affianca, nel ruolo del responsabile della cooperativa che si occupa della sorte dei migranti, il corpulento Patrick D'Assumcao, visto e premiato ne Lo sconosciuto del lago, e poi rivisto in molte altre pellicole.
La giovanissima e tenera Fortunata, attorniata come San Francesco da animali benevoli e generosi (galline, pulcini e un asinello obbediente) è efficacemente resa dalla giovane attrice etiope Kidist Siyum Beza, già vista al Certain Regard di Cannes 2015 in Lamb.
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