Regia di Tim Sullivan vedi scheda film
Melassa in gran quantità per un soggetto non entusiasmante e poco originale. Muoviamo dal presupposto che, una volta entrata in scena la protagonista femminile Amy, risulti immediatamente comprensibile e prevedibile la strada che la storia prenderà e dove andrà a finire, nonché quali saranno le dinamiche e le difficoltà che i personaggi incontreranno e dovranno superare di lì ai titoli di coda.
Molto anni Novanta, poco british se non per l'aplomb di McKellen e della Dench (per il resto, ove non ci ricordassero di tanto in tanto che tutto si svolga a Londra, sembrerebbe di essere in una qualunque New York o in una qualsiasi cittadina americana), si avvale di una giusta alternanza di sorrisi e lacrime (nelle intenzioni), una dialettica talvolta meccanica e solo in alcuni casi ragionata. I mutamenti di umore o la disposizione di un personaggio verso l'altro (vedasi l'ingiustificato e repentino approccio/accettazione del padre verso la bambina, oppure l'accoglienza della baby sitter, entrambi forzosi, mai progressivi) sembrano eccessivi, di fatto non credibili, posti a uso e consumo dello spettatore meno smaliziato, ma incline ai sentimenti forti di grana grossa. Concludendo, poco dalla recitazione, poche idee, forse confuse, ma indubbiamente miscelate con un garbo tutto europeo. Lievemente eccessivo nella durata.
Sufficienza sì, ma risicata.
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