Regia di Pablo Trapero vedi scheda film
VENEZIA 75 - FUORI CONCORSO
L'improvviso ictus che rende in fin di vita l'anziano capostipite di una agiata famiglia argentina con dimora in uno stupendo casale circondato dal verde chiamato, non a sproposito, La Quietud, riporta a casa una delle due figlie trentenni dell'anziano, partita in fretta e furia dalla Francia.
Il ritorno a casa da una parte riunisce nell'intimità e nei ricordi apparentemente positivi e placidi una famiglia divisa dalle distanze, ma unita da una forte complicità affettiva.
Dall'altro mette lo spettatore in grado di infiltrarsi in storie segrete e verità nascoste che, poco per volta, disegnano nello spettatore uno scenario ben differente dalle ingannevoli placide e al massimo maliziose premesse iniziali.
Pablo Trapero, regista argentino dal notevole curriculum, si lascia trascinare a corpo morto in un intrigo melodrammatico-sentimentale che prevede una calcolata geztione della suspence, ma anche una accozzaglia di situazioni da telenovela che ci pare di tornare nel ranch di Dallas degli Ewins in pieni anni '80.
Manca, o almeno non si è trovata traccia, salvo errore, quella salvifica ironia di fondo, se non sarcasmo convinto, che avrebbe permesso di rendere accettabili certe svolte improvvise buttate li senza pudore né preoccupazioni di sorta per le redini della pellicola.
Non è accettabile, a mio modo di giudicare, ad esempio, una scena disinvolta e incauta della masturbazione tra due sorelle allupate che si ritrovano dopo anni, col padre morente nel letto di un ospedale, a patto che non ricorrano due condizioni alternative ed eventuali:
- si stia girando una puntata di Beautiful;
- si faccia ricorso ad un ironia feroce e ad un kitch sfrenato pari a quello di un Labirinto di passioni del primo, meraviglioso Almodovar sboccato e maleducato al limite del porno.
Qui di porno ahime' non v'è traccia, l'ironia latita, e la disgrazia di veder Trapero girare una puntata di una soap è fortunatamente fugata.
Nel finale consolatorio poi, si auspicherebbe che l'autore ci riservasse qualche appiglio per poterci augurare di trovarci dinanzi ad uno scherzo d'autore; ma invano, perché tutto resta serio e convinto, senza un cenno di ammiccamento di intesa su un pubblico che difficilmente può disporsi ad accettare una simile serietà di intenti. Non dall'autore di Mondo Grua e di una manciata di opere tutte più che dignitose.
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