Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Immersione totale nel noir d'annata datata 1974, tra le più felici operazioni del genere, ad opera di un cineasta non americano, ma che omaggia qui quel cinema statunitense che molto probabilmente lo ha colpito ed affascinato: "Chinatown" è anche il racconto della sconfitta di un idealista, detective privato quasi per caso, di fronte all'inesorabile potere del Male, rappresentato da un laido John Huston, magistrale nell'impersonare il perverso mecenate che sta dietro a tutto l'intrigo. Jack Nicholson è un indimenticabile "private eye" , coinvolto in una relazione pericolosa, Faye Dunaway con finezza compie la mutazione da dark lady iniziale a vera vittima di tutta la faccenda, e Polanski detta i tempi di un'indagine che prevede una sferzata di pessimismo reale a concludere la vicenda. Sconfitto agli Oscar da un altro film notevole, "Il padrino parte II", questo lavoro, che è l'ultimo girato da Polanski in terra statunitense per le note vicende giudiziarie, è da considerarsi tra i più belli del regista polacco, una rielaborazione di un genere che diviene atto conclusivo di una diramazione del cinema americano, non meno importante e quasi "esclusiva" del western.
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