Regia di Roman Polanski vedi scheda film
E’ un film noir eccezionale, scritto in modo magistrale, con un cast di attori straordinari capitanati da un elegantissimo ed eccezionale Jack Nicholson, ancora con la maggior parte dei capelli. I canoni tipici del noir sono celebrati e sublimati dando vita ad una vera e propria macchina del tempo che ci trasporta in una epoca forse dorata della nostra storia che erroneamente consideriamo recente, che suscita l’invidia di non averla potuta vivere.
Non voglio spoilerare la trama anche se si tratta di un film arcinoto, ma la prestazione attoriale sfoderata da Jack Nicholson è impressionante ed è forse concettualmente scorretto (perché ex post) rilevare che già erano pienamente evidenti i tratti caratteristici dell’attore fuoriclasse in grado di interpretare praticamente qualsiasi ruolo e di segnare le fortune di un film.
Faye Dunaway è poi di una bellezza tutti anni ’70 ed è bravissima nell’impersonare una donna ricchissima eppure triste e bruciata dalla vita.
John Huston, anche se impegnato in poche scene, ma cruciali, è un top player in un film corale e recita, declamandole alcune battute fondamentali.
La regia di Roman Polanski è lucida, essenziale, con idee innovative, movimenti di macchina accattivanti e geniali con punti di vista e prospettive insolite.
Poi come sempre mi capita, è bello soffermarsi sugli attori impegnati in ruoli minori: dallo stesso Roman Polanski, a Burt Young da poco scomparso (noto per il suo ruolo meno marginale in Rocky), Bruce Glover (famoso cattivo di uno 007), John Hillerman (protagonista con Tom Selleck di Magnum P.I.)
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