Regia di Anders Elsrud Hultgreen vedi scheda film
Sospeso tra Sul Globo d'Argento e Monte, Morgenrøde risulta essere una sorta di Gerry post-apocalittico.
A proposito del film di Naderi, Morgenrøde è un lavoro, per ciò che concerne la storia e la Storia, incollocabile, poiché potrebbe svolgersi sia prima che dopo (il) Monte: se quest'ultimo raffigura Dio, nella pellicola di Anders Elsrud Hultgreen, stando a ciò che è stato appena dichiarato nelle righe soprastanti, Dio è quel piccolo ammasso roccioso che si vede nel finale, di conseguenza, esso è: crollato e morto, nonché fatto esplodere dall'uomo [si pensi, ovviamente, al finale del lungometraggio del regista iraniano], ovvero dalla sua testardaggine; oppure, sempre per via della caparbietà di quest'ultimo, appena scoperto e scovato, emerso dalla terra.
La luce, in questo caso, (r)esiste, e sta, appunto, all'essere umano e, di riflesso, allo spettatore scegliere: partire o ri-partire da qui:
partire significherebbe definire e formare un Dio [se tutto ciò, si svolge prima di (e del) Monte];
ri-partire, invece, significherebbe ri-definire e ri-formare un Dio [se, in questo caso, è ambientato dopo (del) Monte],
partendo o ri-partendo, magari, da un piccolo pezzo di roccia. Che sia esso Cristo o, perché no, Buddha.
A confermare l'intera tesi di cui sopra, ci pensa l'obliquità del piano formale: il quadro visuale risulta spesso e volentieri obliquo, quasi a non voler dare una direzione precisa ai movimenti compiuti dai protagonisti del film; quasi a confondere, volutamente, l'aspetto direzionale tra discesa e salita, affinché non si possa definire la direzione precisa concernente l'azione compiuta dai personaggi della pellicola. Ecco che, quindi, la domanda iniziale trova senso d'esistere: il film in questione, si svolge prima o dopo Monte?
Morgenrøde è, di conseguenza, un film fuori dal tempo, ovvero, come già scritto in precedenza, incollocabile; una scheggia (temporale) impazzita; un'opera, in tutti i sensi, obliqua.
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Voto: 6,5/10
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