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La donna dello scrittore

Regia di Christian Petzold vedi scheda film

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La recensione su La donna dello scrittore

di amandagriss
8 stelle

 

 

perché l’attesa è tra i più terribili degli inferni in terra,

perché è muoversi rimanendo fermi,

come una storia che ci viene raccontata,

è il viaggio e mai la meta,

per lo scrittore la meta non esiste,

è il mentre,

il percorso per arrivare a quella meta -di cui mai sapremo e di cui lui per primo non si cura-

a pungolarlo,

forse perché la vita non è che una lunga maledetta attesa,

di qualcosa che non c’è,

di fantasmi che abitano la mente e rendono fervida la nostra immaginazione,

che ci fanno sentire vivi,

parte di qualcosa, di qualcuno;

è quando si finisce di aspettare (per un motivo o per un altro) che le cose si complicano, che tutto s’ingrigisce:

ché la realtà nella sua crudezza, insensatezza

e nel suo squallore sopraggiunge a strizzarci l’occhio,

non c’è più nulla a trattenerci,

possiamo, perciò, tranquillamente morire

o porre fine alla nostra svuotata esistenza per nostra mano stessa,

perché l’attesa è motore di ogni cosa,

è impalpabile limbo,
è terra di mezzo,

è indicibile tormento, sì,

ma anche estasi sublime,

perché chi aspetta,

chi sceglie di aspettare,

si nutre d’illusioni,

nettare per lo spirito,

e vuol morire (arrivasse pure l’apocalisse)

nel loro confortevole, insostituibile abbraccio.

 

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