Regia di Christian Petzold vedi scheda film
perché l’attesa è tra i più terribili degli inferni in terra,
perché è muoversi rimanendo fermi,
come una storia che ci viene raccontata,
è il viaggio e mai la meta,
per lo scrittore la meta non esiste,
è il mentre,
il percorso per arrivare a quella meta -di cui mai sapremo e di cui lui per primo non si cura-
a pungolarlo,
forse perché la vita non è che una lunga maledetta attesa,
di qualcosa che non c’è,
di fantasmi che abitano la mente e rendono fervida la nostra immaginazione,
che ci fanno sentire vivi,
parte di qualcosa, di qualcuno;
è quando si finisce di aspettare (per un motivo o per un altro) che le cose si complicano, che tutto s’ingrigisce:
ché la realtà nella sua crudezza, insensatezza
e nel suo squallore sopraggiunge a strizzarci l’occhio,
non c’è più nulla a trattenerci,
possiamo, perciò, tranquillamente morire
o porre fine alla nostra svuotata esistenza per nostra mano stessa,
perché l’attesa è motore di ogni cosa,
è impalpabile limbo,
è terra di mezzo,
è indicibile tormento, sì,
ma anche estasi sublime,
perché chi aspetta,
chi sceglie di aspettare,
si nutre d’illusioni,
nettare per lo spirito,
e vuol morire (arrivasse pure l’apocalisse)
nel loro confortevole, insostituibile abbraccio.
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Il film non l'ho visto ma la poesia è davvero bella.
:))
Recensione non recensine, non racconto ,ma che interpreta in modo superlativo il senso ,il respiro di questo quasi capolavoro (visto ieri sera in un cineforum di Verona ,mai uscito in sala "classica") che racconta la continua instabilita e ricerca di un'altro altrove.Grazie
grazie a te per aver avuto la pazienza e l'umiltà di leggere le mie parole :)
una rece davvero particolare e bellissima,grazie.
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