Trama
Le truppe tedesche avanzano verso Parigi. Georg, rifugiato tedesco, scappa via e raggiunge Marsiglia, portando con sé i documenti dello scrittore Weidel, suicidatosi qualche tempo prima: lettere manoscritte e un visto per il Messico. Poiché a Marsiglia possono rimanere solo coloro che sono in transito, Georg decide di spacciarsi per Weidel. Ha in mente di iniziare una nuova vita altrove ma tutto per lui cambia il giorno in cui incontra la misteriosa Marie e se ne innamora. Sebbene condivida la sua vita con il dottor Richard, Marie continua a cercare il marito, un uomo che si dice aver fatto la sua comparsa a Marsiglia con un visto messicano per lui e la moglie.
Approfondimento
LA DONNA DELLO SCRITTORE: IN BILICO TRA L'IERI E IL DOMANI
Diretto e sceneggiato da Christian Petzold, La donna dello scrittore si basa sul romanzo Transit di Anna Seghers, scritto nel 1942 a Marsiglia. Sfruttando un inedito parallelismo tra la Marsiglia del passato e quella contemporanea, Petzold racconta la storia di un amore quasi impossibile sullo sfondo di temi come la fuga, l'esilio e la ricerca di un posto chiamato casa. La vicenda ha inizio quando le truppe tedesche si fanno strada rapidamente verso Parigi e Georg, un rifugiato tedesco, si rifugia a Marsiglia appena in tempo per evitare il peggio. Nel suo bagaglio, Georg ha i documenti di uno scrittore, Weidel, che si è suicidato per paura dei persecutori. I documenti di Weidel includono un manoscritto, lettere e un visto rilasciato dall'ambasciata messicana. Per rimanere a Marsiglia, il visto è necessario: la città ospita solamente coloro che hanno visti, permessi e biglietti per navi che portano all'estero. Pur di salvarsi, Georg decide di assumere l'identità di Weidel studiandone ogni dettaglio. Nell'attesa di andare via, si muove tra i rifugiati del posto e stringe amicizia con Driss, il figlio del suo amico Heinz morto della fuga. Nella sua mente iniziano così a farsi avanti delle domande: perché andare via a tutti i costi? Un nuovo inizio non è forse possibile ovunque? Tutto nella sua esistenza cambia nuovamente quando si innamora della misteriosa Marie, che per ragioni forse di convenienza ha condiviso la sua vita con il dottor Richard prima di mettersi alla ricerca del marito scomparso. Di quest'ultimo, si dice che sia a Marsiglia e in possesso di un visto per lui e per la moglie...
Con la direzione della fotografia di Hans Fromm, le scenografie di K.D. Gruber, i costumi di Katharina Ost e le musiche composte da Stefan Will, La donna dello scrittore viene così raccontato dal regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Berlino 2018: "L'autobiografia di George K. Glaser contiene una frase meravigliosa che pressappoco dice così: Improvvisamente, mentre il mio volo giungeva a termine, mi ritrovai circondato da qualcosa che ho definito silenzio storico. Georg K. Glaser era un comunista tedesco vissuto nello stesso periodo in cui la scrittrice Anna Seghers ha ambientato il suo romanzo Transit. Glaser è scappato dapprima in Francia e poi nella sua "zona franca" non occupata, a cui apparteneva la città di Marsiglia. Il silenzio storico è qualcosa di paragonabile all'assenza di vento o all'aria ferma: la brezza smette di spingere la barca a vela, che rimane avvolta dalla vastità delle acque del mare in mezzo al nulla. I passeggeri di questa barca, avvolti dal silenzio storico, sono cancellati dalla storia e dalla vita, rimanendo bloccati nello spazio e nel tempo.
Le persone in La donna dello scrittore sono messe all'angolo a Marsiglia, dove aspettano navi, visti e ulteriori lasciapassare. Ieri come oggi, sono in fuga ma non possono né tornare indietro né andare oltre. Nessuno li prenderà o si prenderà cura di loro. Passerebbero inosservati se non fosse per la polizia, i collaborazionisti e le telecamere di sicurezza. Sono fantasmi di confine, tra la vita e la morte, tra l'ieri e il domani. Il presente non li riconosce o tiene in considerazione. Il cinema ama i fantasmi. Forse perché anch'esso è uno spazio di transito, un regno provvisorio in cui tutti noi, gli spettatori, siamo contemporaneamente assenti e presenti.
Le persone in La donna dello scrittore aspettano di essere travolte dal flusso e dalla brezza, di essere messe in movimento. Desiderano una storia propria e sono al centro di un frammento di un romanzo lasciato da un'autrice, di una frammento su un racconto di fuga, amore, senso di colpa e lealtà. La donna dello scrittore è la storia di come queste persone trasformino il frammento di racconto nella propria storia.
La donna dello scrittore non è un film storico. Sebbene l'azione si svolga negli anni Quaranta, ho scelto di ambientarlo nella moderna Marsiglia. Non ho voluto ricostruire il passato e la ragione è semplice: il mondo di oggi è pieno di rifugiati. Viviamo in un'Europa di "rinazionalizzazione" e non ho voluto nascondermi dietro alla faccia del film storico".
Il cast
A dirigere La donna dello scrittore è Christian Petzold, regista e sceneggiatore tedesco. Nato nel 1960, Petzold ha studiato filologia germanica e teatro alla Libera Università di Berlino prima di cominciare a studiare regia all'Accademia del Cinema tra il 1988 e il 1994. Ha mosso i primi passi lavorando come… Vedi tutto
Note
Da un romanzo di Anna Seghers.
Trailer
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Commenti (8) vedi tutti
Paula Beer è Marie la donna dello scrittore, attrice in crescita.
leggi la recensione completa di claudio1959ciò che era avvenuto nel 1940 è sovrapposto, sullo schermo, da ciò che sta avvenendo oggi: gli strumenti della discriminazione e dell’oppressione sono gli stessi e allora, come ora, tutti indossano abiti del nostro tempo, reiterando i riti orribili dell’esclusione e della discriminazione
leggi la recensione completa di laulillaVoce fuori campo noiosa,troppe cose che si accavallano e fisicita'a zero....bocciato...purtroppo.
commento di ezioLa voce fuori campo più insopportabile della storia del cinema. Un film che dopo 10 minuti ti fa venir voglia di scappare dalla sala.
commento di sfrisolopeccato veramente per la voce off, che si ostina a descrivere allo spettatore ciò che sta vedendo o che ha appena visto, risultando il più delle volte insopportabilmente pleonastica. se si riesce a superare questo aspetto l'opera di Petzold può regalare notevoli spunti di riflessione.
commento di giovenostaFilm consigliabile, anche se credo si sia perso qualcosa nel non rispettare integralmente la fonte letteraria da cui è tratto. Davvero, non prendetemi troppo sul serio ed andate a vederlo, è interessante.
leggi la recensione completa di cherubino“I problemi di tre piccole persone come noi non contano in questa immensa tragedia” erano state le ultime parole dell’immortale Humprey. Ottanta anni dopo Petzold gira in una Marsiglia astratta, fuori del tempo, sempre la stessa storia.
leggi la recensione completa di yumeUn luminoso presente ospita un tragico passato. E lo rende più vivo che mai.
leggi la recensione completa di OGM