La recensione su To Burn The Sun

di Marco Poggi

8 stelle

Le avvincenti avventure di un'esperta in arti marziali indonesiana, capace di combattere i suoi avversari indossando abiti sexy e gonne con lo spacco. La storia dell'ex-prostituta sfruttata è cosa già vista e l'incipit è ingenuo, ma i combattimenti sono fatti molto bene, perché Eva Arnaz è agile e sexy allo stesso tempo.

La trama della bella orfana stuprata e costretta a prostituirsi, che scappa, apprende le arti marziali, grazie a un nonno che la sa lunga (aiuterà, infatti, la nipote, anche contro un santone/fachiro che, ad un certo punto della storia, le manda contro scorpioni e serpenti velenosi), e torna per vendicarsi dei suoi aguzzini, è ingenua e vista molte volte, ma qui risulta solo un pretesto per mettere in risalto le qualità atletiche di Eva Arnaz, attrice indonesiana e indiscussa campionessa di karate che fa strage dei suoi aggressori attaccandoli indossando gonne con degli spacchi che mettono in risalto le sue belle gambe lunghe e flessuose (e il suo sedere). Uno spettacolo da non perdere, per i fan delle arti marziali e delle belle figliole che hanno argomenti notevoli da mostrare (ooh, finalmente un'artista marziale che è orgogliosa d'essere una bella donna che fa delle sue forme sexy un'arma in più). Per quanto ci sia un eroe maschio che spalleggia la nostra, impersonato dal karateka Barry Prima nel ruolo del fidanzato della protagonista, i riflettori sono tutti puntate su Eva Arnaz, credibile sia come vittima, che come karateka che, in una scena clou ambientata in un locale, si muove agile come una scimmia, saltando da un biliardo all'altro mentre tiene testa ad un gruppo di criminali che non possono nulla contro le sue mosse. Eva Arnaz non sarà né Jackie Chan e né Michelle Yeoh, ma è davvero notevole. Da vedere.

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