Diretta da Alexis Sweet e Enzo Monteleone, Il capo dei capi è una miniserie che racconta la vita di Totò Riina dal 1943 al 1993, dal periodo difficile della sua adolescenza fino alla presa di potere all'interno di Cosa Nostra, passando per le sanguinose tappe che ne hanno caratterizzato l'ascesa.
Il capo dei capi - Di cosa parla
Nel 1943 Totò Riina (Claudio Gioè), adolescente, assiste impotente alla morte del padre e del fratellino per lo scoppio di un residuato bellico. Da quel momento è lui il capo famiglia che deve combattere la miseria. Insieme a un gruppetto di fedelissimi - Bernardo Provenzano (Salvatore Lazzaro) e Calogero Bagarella (Marco Leonardi) - si unisce ai malavitosi più potenti di Corleone che fanno riferimento a Luciano Liggio (Claudio Castrogiovanni) e sale i gradini del potere mafioso dominando prima Corleone, poi Palermo. Sono fasi estremamente cruente che mostrano la conquista del potere attraverso una violenza inaudita e centinaia di morti. Solo un suo amico di infanzia, Biagio Schirò (Daniele Liotti), sceglie di diventare poliziotto e di assumere come missione la sconfitta del suo ex compagno: un ruolo delicatissimo che lo renderà persecutore e perseguitato e lo esporrà a enormi rischi.
Il Capo dei capi non è unicamente la storia di Riina, ma anche quella dei suoi grandi nemici, i martiri che hanno combattuto la mafia fino alle estreme conseguenze, dal questore Mangano al generale Dalla Chiesa, ai giudici Falcone e Borsellino.
I personaggi principali
Totò Riina (Claudio Gioè) è il protagonista, un mafioso e criminale italiano, legato a Cosa nostra e considerato il capo dell'organizzazione dal 1982 fino al suo arresto, avvenuto il 15 gennaio 1993. Veniva indicato anche con i soprannomi u curtu, per via della sua bassa statura e "la Belva", adottato per indicare la sua ferocia sanguinaria.
Biagio Schirò (Daniele Liotti) è un personaggio fittizio, nato dalla fantasia degli sceneggiatori della fiction, parzialmente ispirato a all'agente di Polizia Biagio Melita che nel 1963 riconobbe realmente Riina a un posto di blocco e lo fece arrestare. Amico d'infanzia di Totò Riina, Schirò è orfano del padre, morto in guerra, e lavora nei campi per mantenere lui e la madre. Quando Riina finisce in carcere per aver commesso il primo omicidio, Biagio inizia a studiare e, dopo pochi anni, diventa poliziotto. Intralciato dai suoi superiori, sposa Teresa dopo mille difficoltà e continua le indagini su Riina.
Bernardo Provenzano (Salvatore Lazzaro) detto Binnu u' Tratturi (Bernardo il trattore, per la violenza con cui falciava le vite dei suoi nemici), Zu Binnu (Zio Binnu) e Il ragioniere è stato un mafioso italiano, membro di Cosa nostra e considerato il capo dell'organizzazione a partire dal 1995 fino al suo arresto, avvenuto nel 2006.
Calogero Bagarella (Marco Leonardi) è stato un mafioso italiano, legato a Cosa Nostra.
Antonietta Bagarella (Gioia Spaziani) detta anche Ninetta, è una criminale italiana, vedova del boss mafioso Salvatore Riina, sorella minore di Calogero e Leoluca Bagarella. È stata più volte incriminata per reati connessi alla mafia.
Luciano Leggio (Claudio Castrogiovanni) detto Lucianeddu, meglio conosciuto come Liggio dall'errore di trascrizione di un brigadiere, è stato un mafioso italiano, legato a Cosa Nostra e detto anche "La primula rossa di Corleone".
Leoluca Bagarella (Francesco Scianna) è un mafioso italiano, legato a Cosa Nostra, affiliato al Clan dei Corleonesi. Assassino spietato, si ritiene che "Don Luchino" sia stato responsabile di centinaia di omicidi durante la seconda guerra di mafia, oltre che diretto responsabile di alcuni tra i più gravi fatti di sangue di Cosa Nostra, tra cui la Strage di Capaci e le uccisioni di Boris Giuliano e del piccolo Giuseppe Di Matteo.
Luciano Maino (Paolo Ricca) è presumibilmente ispirato a uno dei primi pentiti di Cosa Nostra, Luciano Raia, ex killer al servizio dei corleonesi, in seguito sentito dal giudice Cesare Terranova. Le sue dichiarazioni portarono al processo di Bari del 1969. Egli però non si impiccò: non fu creduto al processo e fu rinchiuso in un manicomio criminale, dove morì qualche anno dopo.
Vito Ciancimino (Alfredo Pea) è stato un politico e mafioso italiano appartenente alla Democrazia Cristiana, condannato in via definitiva per associazione mafiosa.
Giovanni Brusca (Domenico Centamore), soprannominato in lingua siciliana u verru (il porco), ma anche lo scannacristiani per la sua ferocia, è un mafioso e collaboratore di giustizia italiano. È stato uno dei più importanti membri di Cosa nostra e attuale collaboratore di giustizia, condannato per oltre un centinaio di omicidi, tra cui quello tristemente celebre del piccolo Giuseppe Di Matteo (figlio del pentito Santino Di Matteo) strangolato e sciolto nell'acido, e anche l'omicidio del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti di scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Brusca ricoprì un ruolo fondamentale nella strage di Capaci in quanto fu l'uomo che spinse il tasto del radiocomando a distanza che fece esplodere il tritolo piazzato in un canale di scolo sotto l'autostrada.
Stefano Bontate (Francesco Foti) è stato un mafioso italiano, legato a Cosa Nostra. Era noto come Il Falco per via della sua freddezza e della sua arguzia, ma amava farsi chiamare anche Principe di Villagrazia, malgrado non vantasse alcun titolo nobiliare. Dagli amici di Buccinasco era chiamato Il Maino.
Tommaso Buscetta (Vincent Riotta), detto anche il boss dei due mondi e don Masino, è stato un mafioso e collaboratore di giustizia italiano, membro di Cosa nostra. È stato un esponente di massimo prestigio all'interno di Cosa nostra e successivamente arrestato. È stato collaboratore di giustizia durante le inchieste coordinate dal magistrato Giovanni Falcone; le sue rivelazioni furono storiche perché permisero una ricostruzione giudiziaria dell'organizzazione e della struttura di Cosa nostra.
Gaetano Badalamenti (Orio Scaduto) è stato un mafioso italiano, legato a Cosa nostra. Badalamenti fu il capo della cosca mafiosa di Cinisi in provincia di Palermo e diresse la "Commissione" dal 1974 al 1978. Nel 1987 fu condannato negli Stati Uniti a 45 anni di reclusione in una prigione federale per essere stato uno dei leader della cosiddetta "Pizza connection", un traffico di droga del valore di 1,65 miliardi di dollari che, dal 1975 al 1984, aveva utilizzato pizzerie come punto di distribuzione. Badalamenti fu inoltre condannato all'ergastolo per aver ordinato l'omicidio di Giuseppe Impastato, attivista di Democrazia Proletaria che attraverso il suo programma radiofonico, Radio Aut, aveva denunciato le attività illecite del boss.
Giovanni Falcone (Andrea Tidona) è stato un magistrato italiano. Fu assassinato nella strage di Capaci per opera di Cosa nostra, insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre uomini della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Assieme al collega e amico Paolo Borsellino viene considerato una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.
Paolo Borsellino (Gaetano Aronica) è stato un magistrato italiano assassinato da Cosa nostra insieme a cinque agenti della sua scorta nella strage di via D'Amelio. Come il collega e amico Giovanni Falcone anche lui è considerato uno dei personaggi più importanti e prestigiosi nella lotta contro la mafia in Italia.
Il cast
Claudio Gioè, interprete di Totò Riina, ha esordito sul grande schermo nel 1999 in Protagonists ed è apparso, tra l'altro, ne I cento passi (2000) e La meglio gioventù (2003). In televisione ha preso parte ad alcune miniserie (Operazione Odissea e Paolo Borsellino, 2004 - Squadra antimafia - Palermo oggi, 2009).… Vedi tutto
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Claudio Gioè
Totò Riina
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Salvatore Lazzaro
Bernardo Provenzano
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Gioia Spaziani
Ninetta Bagarella
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Vincent Riotta
Tommaso Bruscetta
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Daniele Liotti
Biagio Schirò
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Francesco Casisa
Menico
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Claudio Castrogiovanni
Luciano Liggio
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Calogero Buttà
Giovanni Riina
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Andrea Tidona
Giovanni Falcone
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Matilde Piana
Concetta Riina
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Guida agli episodi
Recensioni
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Sono stupito dal modo in cui sono rappresentati la Sicilia e i siciliani: così accurati. I dialoghi, gli accenti, i tic, gli sguardi nei loro occhi sono incredibilmente reali. Molti attori non sono siciliani, ma riescono a catturare l'essenza della cultura dell'isola. La miscela tra realtà e finzione non viene mai a scapito dell'uno o dell'altro, è un equilibrio … leggi tutto
Produzione e ricezione
Diretta da Alexis Sweet e Enzo Monteleone, Il capo dei capi è una miniserie prodotta da Taodue e ispirata all'omonimo libro di Giuseppe D'Avanzo e Attilio Bolzoni. È stata trasmessa in prima visione su Canale 5 dal 25 ottobre 2007 e le riprese sono state effettuate prevalentemente in vari luoghi della provincia di Ragusa.
Le stagioni
Stagione 1
La prima ed unica stagione, composta di 6 episodi da 90 minuti ciascuno, è andata in onda in prima visione su Canale 5 dal 25 ottobre 2007.
Commenti (2) vedi tutti
Serie davvero superba. Racconta in modo fedele e dettagliato l’escalation del Capo dei Capi.
commento di Falco00Una Serie Tv da vedere assolutamente, divisa in sei puntate che racconta la storia di Totò Riina in tutti i suoi dettaglin!! Ve la consiglio assolutamente !! Voto 8
commento di fede993