Regia di Ruben Fleischer vedi scheda film
Premessa: Venom è il mio villain preferito nei comics. E ne sono uscite diverse trasposizioni nel corso degli anni che generalmente ho apprezzato. L’annuncio della Sony di un film solista sullo sfaccettato anti-eroe, mi aveva quindi galvanizzato non poco.
C’era infatti l’occasione di trasporre finalmente un Venom privo di un qualsiasi universo narrativo prestabilito, lasciando quindi ampio spazio alla produzione per costruire ed elaborare una pellicola introspettiva e violenta sul personaggio. Occasione totalmente sprecata.
Partiamo innanzitutto dai pregi: gli ultimi 5 minuti del film ovvero l’inizio vero del rapporto simbiotico tra Eddie Brock e il simbionte. Fine. Infiliamoci pure il cameo di Stan Lee. Mettiamoci pure il design di Venom seppur con una CGI traballante. Per il resto più di tre quarti del film è da buttare.
E’ incredibile come una major con un budget del genere sia riuscita con 4 sceneggiatori a distruggere e malgestire un personaggio iconico e con un sacco di materiale già pronto da cui attingere. Per non parlare degli enormi tagli che rovinano il montaggio del film, effettuati unicamente per edulcorare la pellicola e renderla di conseguenza accessibile ad una più ampia fetta di pubblico. Non solo la Sony è incapace di creare prodotti originali, ma rivela la sua inettitudine nel gestire il suo stesso marketing che inevitabilmente la porterà al fallimento del suo potenziale universo cinematografico aka Spider-verse. Su quel punto però ci ritorneremo a fine recensione.
Soffermandoci sui difetti non si può che evidenziare una trama banale, narrata attraverso una regia piattissima e fallace, soprattutto nelle scene d’azione la mescolanza tra la computer grafica e i vari combattimenti genera confusione nello spettatore che non ha più la cognizione dello spazio e dell’azione.
Il lato estetico quindi lascia altamente a desiderare, abbandonando lo spettatore in totale balia di una sceneggiatura mediocre che per tutta la durata del film si sforza di raccontare le noiosissime vicissitudini dei vari personaggi. Quest’ultimi non hanno nessun approfondimento psicologico, compiono azioni stupide e meschine, rendendosi completamente futili all’interno della trama del film.
Persino il protagonista Eddie Brok, che da un presunto brillante giornalista si riduce ad un fallito patentato nell’arco di 20 minuti di film, coniugandosi perfettamente con il comic relief Venom che fondendosi insieme, diventano una versione Hulk-trash ma poco caratterizzata.
La ciliegina sulla torta tocca quindi al villain Riot, che oltre ad essere superficiale ed estremamente stereotipato, si contraddice nella sua stessa delirante morale che trova la sua fine nell’arco di soli 5 minuti in una delle scene d’azione più brutte mai viste in un cinecomic, battendo il record del combattimento finale di Spider-man Homecoming.
Insomma, un cinecomic senza cuore e senza passione che cerca nella sua mascherata “violenza” di trovare un ottimo riscontro dal pubblico, ma che fallirà essendo fallace in ogni suo aspetto. Menzione d’onore alle scene post credits, di cui la prima conferma la serialità distruttiva che vuole intraprendere la Sony col suo Spider-verse, la seconda invece, che dura più di 3 minuti, vale 20 volte il film di Venom, ma che ovviamente si tratta di un’anticipazione di un altro attesissimo film inerente all’uomo ragno che uscirà a dicembre (2018).
Tirando le somme, un lungometraggio fallito in partenza che ti fa rivalutare il sottovalutatissimo Venom di Raimi, che in 15 minuti fa quello che non riesce a fare Ruben Fleischer in 112 minuti.
Voto 4
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta