Regia di Nicholas Hytner vedi scheda film
Un film stranissimo: non è bello anche se ha molti pregi. Forse perché sono molti di più i pregi che avrebbe potuto avere e che non ha: la storia di partenza permette una potenzialità narrativa e contenutistica straordinaria.
I pregi che ha, comuqnue, non sono pochi: ottime interpretazioni, all’altezza dell’intensità del soggetto (Day Lewis poi svetta, manco a dirlo); costumi e scenografie ineccepibili, così come la fotografia; il passo dei fatti, scritti dallo stesso Miller già autore del testo teatrale che ne fu l’origine; una resa cinematografica adatta anche per un grande pubblico.
Eppure quest’opera di Hytner, acclamato per essere un grande del teatro e non del cinema, non prende così tanto. Sono poco credibili le scene della follia delle ragazze: uno qui potrebbe credere che sono vere, quando nel soggetto sono false e menzognere. È vero che nella caccia alle streghe rimangono testimoniate scene che sfiorano l’incredibile; ma qui sono rese non bene, in modo appunto poco credibile.
Insomma: tutta la critica sociale che poteva emergerne (l’ottusità e il bigottismo di chiese che condannano a morte chi non lo merita; il clima del sospetto anticomunista che Miller notoriamente denunciò implicitamente, quando nel ’53 fece mettere in scena a teatro questa sua critica contro il maccartismo, da cui trasse il soggetto e la sceneggiatura per questo film…) non emerge.
Ci si annoia perfino, nonostante il soggetto (un fatto storico, va ricordato, che è impressionante anche senza romanzarlo) dovrebbe indurre sconvolgimenti.
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