Regia di Nicholas Hytner vedi scheda film
Tratto dall'omonimo (in originale) dramma teatrale di Arthur Miller, che ha curato pure la sceneggiatura del film, nella traduzione italiana si è inspiegabilmente deciso di abbandonare Il crogiuolo per La seduzione del male. La storia si svolge a Salem, nel prevedibile intreccio fra ragazze e presunte stregonerie, coinvolgendo ben 19 persone, bambini e adulti, giovani e anziani, donne e uomini. Vorrebbe essere una di quelle classiche denunce di come sovente Dio e la religione vengano strumentalizzati ad uso e consumo nostro, per soddisfare i più beceri interessi personali. Intento di certo nobile, ma il tutto durerà troppo a lungo, finendo per risultare ripetitivo e grottesco, il che è ancor peggio. Sì, perché agli occhi dello spettatore non potranno sfuggire certe evidenti assurdità. La più grave? La meticolosa attenzione dedicata agli accusati e il totale disinteresse nei confronti dell'accusatrice e delle sue "ancelle". Non è credibile, infatti, che nessuno abbia mai approfondito la veridicità di queste ultime. Paradossale è assistere all'autorità competente che pende letteralmente dalle labbra di un'infervorata istigatrice. Oltretutto, se c'era una con un profilo perfetto per destare forti sospetti di stregoneria, quella era lei. Con il suo costante drappello di seguaci, quasi fossero cagnoline dietro al padrone. Era così palese da rendere tutto cinicamente ridicolo.
Per fortuna il cast è molto buono e mi ha pienamente soddisfatto. In ordine crescente citerei Winona Ryder (Abigail Williams), in una prestazione piena di forza e potenza, Daniel Day-Lewis (John Proctor), nel contempo drammatico e reale nell'accettazione del suo errore, e Joan Allen (Elizabeth Proctor), dallo sguardo pieno di tristezza e incomprensione. Fra le altre personalità si distinguono, in particolare, il glaciale e implacabile giudice Thomas Danforth (Paul Scofield), l'infervorato e vile reverendo Samuel Parris (Bruce Davison), e il reverendo John Hale (Rob Campbell), l'unico con un briciolo di raziocinio e che per primo insinuerà il sospetto della menzogna (ma naturalmente si continuerà imperterriti sul tracciato prefissato).
Pertanto il film è in grado di sostenere le sue due ore di durata soltanto grazie alle solide interpretazioni degli attori e all'importante lavoro "tecnico", perché senza dubbio la fotografia e le scenografie rendono l'insieme più interessante. Probabilmente la pièce funzionava assai bene sul palcoscenico teatrale, ma il problema è forse che non tutte le opere di successo sono adatte per una trasposizione cinematografica. E la qui presente è, a mio avviso, da annoverare tra gli insuccessi, almeno parziali. Voto: 2,5/5.
Nel 1692 a Salem, nel Massachussetts, alcune giovani vengono scoperte a danzare nude in un bosco e subito si sparge la notizia che il diavolo si è impadronito del villaggio. Qualcuno grida alla stregoneria e molte vittime innocenti verranno strappate alle loro famiglie.
Apprezzabile composizione di George Fenton, in un insieme di musiche che ben ricreano un'adeguata atmosfera.
La storia, in quei suoi risvolti improbabili e inammissibili, che compromettono la tensione e la vera partecipazione.
Nella media, non ho né lodi né infamie particolari da segnalare.
Raggiunge la giusta intensità drammatica nelle vesti di John Proctor, con conseguente empatia.
La focosa Abigail Williams è da lei resa con credibile determinazione e follia. Molto convincente.
Ha il volto appropriato per il giudice Thomas Danforth, un ruolo che gli si addice.
Vibrante interpretazione emotiva, quella che ci viene da lei restituita come Elizabeth Proctor.
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