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A Demon Within

Regia di Ayush Banker, Justin LaReau vedi scheda film

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La recensione su A Demon Within

di alan smithee
2 stelle

locandina

A Demon Within (2017): locandina

Una quarantacinquenne divorziata si trasferisce con la figlia adolescente, Charlotte, a Crestwick, un paesino dell'Illinois, ove poter ricominciare una nuova vita. La donna ha acquistato una vecchia fattoria isolata, tutta da risistemare, che la terrà occupata per parecchio tempo.

Intanto la donna viene in contatto con il giovane bel medico del posto, che quasi investe con la macchina, e con il prete del villaggio, che hanno, entrambi in via indiretta ma con riconti precisi, piuttosto ben presente il passato che ha contraddistinto la vita in quella tetra dimora che la donna incautamente ha acquistato per andare a vivere.

scena

A Demon Within (2017): scena

scena

A Demon Within (2017): scena

La giovane Charlotte verrà presto posseduta dal demone che aveva minacciato i discendenti dei due cittadini locali, e nel giovane medico torneranno ad affacciarsi gli incubi che contrassegnarono la sua precedente, drammatica esperienza matrimoniale.

Toccherà ai due uomini, di scienza e di chiesa, affrontare nuovamente quella minaccia che torna ad imperversare in quella contea, dopo decenni dalla sua ultima manifestazione.

Diretto dalla coppia Ayush Banker e Justin LaReau, A demon within appare subito come un horror al risparmio che si crogiola con sadico autolesionismo su pericolosi déjà vu ormai da decenni patrimonio esclusivo di film capostipite come L'Esorcista di Friedkin.

Tornare a parlare di possessioni, argomento peraltro assai riciclato nel mondo horror, si rivela, anche a causa di questa abbondanza di reiterazioni, sempre più complesso e controproducente, soprattutto quando, come in questo caso, non si possiedono argomentazioni minimamente innovative ed originali.

scena

A Demon Within (2017): scena

In più il prodotto, a budget evidentemente risicato, non offre nessuno spunto visivo anche solo minimamente innovativo od interessante, né tanto meno suggestivo, mortificato da una fotografia sciatta degna di una soap, e con scene di possessione che finiscono quasi sempre per sfociare nel ridicolo, se non nel patetico.

 

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