Regia di James Mangold vedi scheda film
La routine quotidiana uccide ogni velletà.Anche quelle sentimentali.A volte mi chiedo perchè si debbe sostituire un titolo inglese con un altro sempre nella lingua della terra d'Albione.Il titolo originale Heavy già dice molto del film.Tanto valeva conservarlo e non metterci un titolo sicuramente più anonimo.Anche perchè il ristorante non si chiama Dolly's restaurant ma Pete and Dolly's.Valli a capire questi artisti del titolo...Il ristorante è teatro della routine quotidiana che uccide le velleità del giovane figlio di Dolly,Victor,un ragazzo obeso,afflitto da una leggera forma di ritardo mentale che la madre dominante plasma come vuole.Infatti alla morte del marito,che suppongo sia il Pete del nome del ristorante,subentra come pizzaiolo proprio Victor che odia le pizze che impasta perchè le ritiene responsabili della propria massa corporea.La routine quotidiana viene scardinata dalla giovane studentessa Callie,molto bella che viene a lavorare come cameriera.E'l'inizio della fine.L'altra cameriera(una sfatta Deborah Harry icona sexy/pop degli anni 70 e 80 che non esita a mettere in mostra tutti i segni del tempo che ormai è passato) entra come in competizione con la nuova ma quello che soprattutto succede è che Victor si invaghisce di Callie.La sua routine diventa in un solo attimo qualcosa degno di essere vissuto.E Dolly,la madre ,controlla tutto dall'alto del suo autoritario senso d'unione familiare.Quando però ha un malore e dopo poco muore Victor pensa che non sia il caso di informare le cameriere.La vita continua così nel suo placido tran tran quotidiano.Ma non dura per molto.Mangold racconta senza enfasi la storia di un diverso,di un disadattato,di un solitario che non ha alcun legame con la società che lo circonda.A lui non interessano gli altri e gli altri non si interessano a lui in una reciproca indifferenza.Ma Callie gli fa cambiare strada.Callie è un pianeta attorno a cui orbitare,un essere di deliziosa bellezza di cui innamorarsi.L'amore impossibile.Il regista lo racconta quasi pudico con gesti appena accennati,sguardi abbassati,imbarazzo palpabile.E in questo la prova favolosa di Pruitt Taylor Vince è una freccia in più caricata nell'arco.E'un sublime interprete della propria inadeguatezza fisica,con uno sguardo ti mette a disagio,quasi senti il suo disappunto quando sale speranzoso sulla bilancia e rimane immediatamente deluso da quello che legge.In più c'è anche un bel modo di ritrarre ambienti,non solo mesto sfondo a una storia di ordinaria follia, ma quasi parte attiva con la loro spoglia apparenza che quasi per osmosi abbrutisce i personaggi.Un classico film indipendente americano,lontano dai fasti hollywoodiani ma anche immune da certi vizi della fabbrica del sogno,un film silenzioso,delicato che racconta di un posto quasi nemmeno nominato nelle carte geografiche,sicuramente lontano dai riflettori....
quasi un altro rispetto a quando suona con i Lemonheads,molto più dimesso
eccellente,una prova da manuale
una bella scoperta.Solare
Una madre autoritaria,quasi una megera....
ottima regia,attenta alle più piccole sfumature
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