Regia di Antonio Albanese vedi scheda film
Commedia, che si regge tutta sulla comicità di Albanese
Antonio alias Albanese, è un maestro di scuola elementare, dal carattere semplice e un po’ stralunato e zuzzerellone. Un giorno, al supermercato, dove si è recato per acquistare dei funghetti e soddisfare una voglia della propria consorte incinta, prende accidentalmente una botta in testa, quando riprende i sensi, non ricorda più niente e inizia a vagabondare per la città senza meta, non torna più a casa e non si sa cosa faccia. Quando, come se niente fosse, dopo 5 anni, Antonio ritorna e bussa alla porta, scopre che la moglie vive con il tenore Goffredo, uomo basato e concreto ma ordinario, con il quale si è rifatta una vita insieme alla figlia Tonina avuta da lui. Antonio vorrebbe riprendere il suo posto, ma la moglie furibonda lo manda via in malo modo, colpevolizzandolo per il suo allontanamento, ritenuto volontario. Ricorre allora, al collega e vecchio amico Patrizio, ma scopre che è diventato ricco, ma cinico e sprezzante, perciò rinuncia a riprenderne i rapporti. Torna alla carica con Beatrice e dopo i suoi tanti e bizzarri tentativi di entrare in casa, alla fine la moglie capitola e lo riaccoglie anche se provvisoriamente, nonostante la contrarietà di Goffredo. Così Antonio appoggiato alla men peggio, in una stanzetta di fortuna, ricomincia a frequentare Beatrice, e soprattutto la figlia con la quale è subito “feeling”. Goffredo diventa sempre più insofferente, prova a presentargli la collega Patrizia, per distoglierlo da Beatrice, ma non funziona. Alla fine, intuisce che anche Beatrice è ancora innamorata di Antonio e quindi si defila, anche se con rammarico e risentimento. Beatrice pare in prima battuta delusa, si chiude in silenzio per una notte, mentre Antonio le parla per ore, cercando di convincerla, poi però sconfortato fa per andare via, ma la moglie nutre la certezza, che Antonio tornerà da loro presto e, infatti cosi sarà. Il personaggio impersonato da Albanese è quasi un cartone animato, ricorda nei movimenti la comicità mimica di Tatì, folle e naif. Albanese qui alla sua prima opera da regista gira un film, dalla storia troppo stringata, che si regge unicamente sulle gag dell'attore. Il regista/attore infatti approfondisce il carattere del suo personaggio, sempre sospeso in un mondo surrele e malinconico, non sviluppando molto la trama e lasciando un finale incerto. Come interprete, Albanese è sempre efficace e riesce a farci sorridere e perfino ad intenerirci, con un personaggio dolce e singolare, però il film non è del tutto convincente.
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