Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
E'un peccato dire queste cose di un autore che tanto ha dato al cinema italiano,che ha avuto il coraggio delle proprie idee anche in anni in cui vigeva un certo conformismo sullo schermo,che ha scandagliato mali del mondo politico e sociale sempre con acutezza:ma l'ultimo Rosi ,da ""Cronaca di una morte annunciata " in poi,non è stato all'altezza del suo cinema precedente.E non fa eccezione in questo senso nemmeno "La tregua",tratto dall'omonimo libro di Primo Levi,sui sopravvissuti ai campi di concentramento.Il film,cosi' com'e',per quanto animato da intenzioni egrege,non porta lo spettatore a riflessioni profonde,non commuove e grava su di esso,soprattutto,la sensazione che si stia assistendo a un compimento formale di un'aspirazione di un impegno preso in altri tempi.Turturro è atono,troppo controllato,non rende mai perfettamente il dolore del suo personaggio,che sarebbe poi Primo Levi stesso:il resto del cast,da Ghini a Luotto,fa da corona,ma non emerge nessuno in particolare.Quattro David di Donatello vinti,forse un premio eccessivo,soprattutto quello per il miglior film.
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