Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
Anna, bella e intrigante, soggioga al suo volere il giovane ufficiale Erberto; i due fuggono dopo un furto e trovano riparo presso il conte de la Fère, che diverrà noto come Athos, moschettiere del re. Sia Athos che il fratello di Erberto, boia di Lilla, osteggiano i piani diabolici di Anna.
Il boia di Lilla, noto anche con il titolo La vita avventurosa di Milady, è una delle primissime regie del prolifico e longevo Vittorio Cottafavi, autore di qualche pellicola avventurosa e qualche melodramma nella fase iniziale della sua carriera, ma il cui nome rimarrà legato essenzialmente ai numerosissimi lavori televisivi del periodo successivo. Si parte da un soggetto letterario: un romanzo di Dumas, sceneggiato per il cinema dallo stesso Cottafavi insieme a Giorgio Capitani, Siro Angeli e Vittoriani Petrilli; improntata su ritmo e azione, la storia è naturalmente anche intrisa di buoni sentimenti e banalmente orientata verso un lieto fine prevedibile. Yvette Lebon, la protagonista francese, è qui alla sua prima esperienza su un set italiano; altre ne seguiranno, a cominciare dalla successiva pellicola cappa & spada di Cottafavi, Il cavaliere di Maison Rouge (1954); nel cast spiccano anche i nomi di Rossano Brazzi, Massimo Serato, Jean-Roger Caussimon e Armando Francioli. Tutto sommato un prodotto, sia pure dichiaratamente di mero intrattenimento, compiuto con la necessaria cura, sufficiente sfoggio di mestiere da parte di regista, interpreti e reparti tecnici. 3/10.
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