Regia di Michele Lupo vedi scheda film
Il (palese) modellino che dovrebbe rappresentare l'antica città di Roma vista dall'alto, sulla cui inquadratura si apre il film, fa presagire che questo Maciste, il gladiatore più forte del mondo sia molto peggio di ciò che in realtà è. I mezzi sono invece discreti: scene, costumi e interpreti - seppure non spicchino grandi nomi nel cast - sono assolutamente dignitosi e la sceneggiatura di Lionello De Felice ed Ernesto Guida, per quanto non eccelsa, comunque 'fa il suo lavoro', garantendo azione, emozioni e le solite, classiche caratterizzazioni tagliate con l'accetta: la bella, il bruto, l'eroe e via dicendo. Scilla Gabel e Mark Forest (esperto di Ercoli e Macisti) sono i due attori principali, mentre un ruolo laterale (come oste) viene riservato a Capannelle/Carlo Pisacane, volto ormai celebre dopo l'exploit de I soliti ignoti (1958). Forest era stato, fra l'altro, protagonista anche di Maciste, l'uomo più forte del mondo (Antonio Leonviola, 1961) e avrà analogo ruolo nella successiva pellicola di Lupo, Maciste, l'eroe più grande del mondo: è sconfortante notare quanta poca fantasia veniva usata nella scelta dei titoli (pazienza le trame seriali, ma almeno i titoli...!). Questo film rappresenta infine il debutto dietro la macchina da presa per Michele Lupo, che girerà qualche altro peplum e qualche dozzinale western prima di compiere la definitiva svolta verso la commedia alla fine dei '60. 4/10.
Il tiranno insidia la principessa Talima: ci pensa Maciste, nerboruto dal cuore d'oro, a salvare la bella dalle grinfie del cattivo e anche dalla cospirazione che la sorella le ha ordito contro.
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