Nel 1986 la General Motors decide di licenziare 30 mila operai della fabbrica di Flint, nel Michigan. Moore indaga sui motivi e cerca di intervistare Roger Smith presidente della casa automobilistica. All'epoca il documentario sollevò molte polemiche, perché Smith sostenne di aver avuto molti colloqui con il regista, cosa che quest'ultimo negò. Da parte loro gli abitanti di Flint si risentirono per l'ironia usata nei loro confronti. Divertente e seria risposta al reaganismo imperante in quegli anni, è un semidocumentario innovativo e a tratti esilarante.
VOTO : 6,5 Un buon documentario apprezzabile per la denuncia e perchè non tira di mezzo la politica che a molta gente da fastido. Così la posizione dello spettatore non può che essere a favore delle disamine del regista.
Un grandissimo film di denuncia, quando ce n’erano pochi, come negli anni’ 80 americani dei disastri reaganiani, e quindi il coraggio aveva un peso specifico ben maggiore. Leggo che Moore, allora quasi 35enne, investì quasi tutto a proprio rischio, per questo dispendioso documentario.
Si era agli inizi della delocalizzazione, di cui si mostrano gli orrori: per il profitto… leggi tutto
Michael Moore mi sta diventando indigesto: più vedo i suoi film, meno apprezzo i contenuti (spesso sacrosanti) che vorrebbero promulgare. insomma, Moore è controproducente. il suo stile è all'opposto di quello di un gigante del documentario come Wiseman: là dove Moore è tendenzioso ed invadente, Wiseman è sensibile e "trasparente". lascia che siano le immagini (ovviamente viste dal suo… leggi tutto
Sotto certi punti un docufilm di divertimento che ricorda fin dal titolo le figure del Cartoon roger rabbit... e richiamando
qualche coniglietta, di pb, quelle gag dove la figura dello spettacolo, e ora si notano le sfumature di quelle figure che sembrano essersi messe all'opposizione di un sistema, e senza senso ne motivo non avendo in pratica nulla da fare, in quanto figure fittizie del…
A.utomunito e A.mante delle Belle A.rti cercansi (A.stenersi perditempo: arricciatori di code di maiale, raddrizzatori di banane e vice-presidenti del… segue
Un grandissimo film di denuncia, quando ce n’erano pochi, come negli anni’ 80 americani dei disastri reaganiani, e quindi il coraggio aveva un peso specifico ben maggiore. Leggo che Moore, allora quasi 35enne, investì quasi tutto a proprio rischio, per questo dispendioso documentario.
Si era agli inizi della delocalizzazione, di cui si mostrano gli orrori: per il profitto…
In "Full Monty" sono costretti a spogliarsi. In "Tootsie" a cambiare sesso. In "Risorse umane" i figli che hanno studiato si ritrovano a dover licenziare i padri che si sono svenati per farli studiare. In "Tutta la…
Esordio fulminante per Moore che nel progetto investì praticamente tutto. Originario di Flint, ha gioco facile nel mostrare pecche e virtù della sua città che trova nella General Motors una fonte di iniziale fortuna e successiva catastrofe. Il licenziamento di 35.000 dipendenti e la chiusura di alcuni stabilimenti costringe la popolazione locale ad un esodo disastroso e l'unico a trarre…
Gennaio 2000, Naomi Klein pubblica un saggio che rivoluzionerà l'opinione pubblica e diverrà punto di riferimento imprescindibile per il movimento no global. Da lì tutto ebbe inizio e noi…
Buon documentario di M. Moore, fra i suoi migliori. Il concetto del film è quello di mostrare la crisi come una piaga sociale che ha cause ed effetti. Intelligentemente viene mostrato un sintomo della piaga per capirne l'evoluzione e analizzarne le cause così da ampliare il discorso, inizialmente delimitato a una singola situazione, all'America intera. E da lì, far partire…
Moore affronta con piglio deciso e realista una questione che ha sconvolto decine di migliaia di famiglie americane; alla faccia del reaganismo e dell'incrollabile fiducia del popolo statunitense in sè stesso e nelle proprie risorse, la crisi economica arriva eccome. E i danni sono evidenti, a partire da questa indagine che ad ogni modo si ferma alla questione Flint-GM. Talvolta l'ironia…
Moore non ha avuto bisogno di andare a cercare chissà dove, per trovare materiale da usare nel suo primo documentario: è stato sufficiente aprire la porta di casa sua, uscire e guardarsi intorno. Siamo a Flint, in Michigan, sul finire degli anni ’90: le preoccupanti circostanze che la città natale del regista deve affrontare rappresentano l’occasione ideale per un’esordio col botto, nel…
Michael Moore mi sta diventando indigesto: più vedo i suoi film, meno apprezzo i contenuti (spesso sacrosanti) che vorrebbero promulgare. insomma, Moore è controproducente. il suo stile è all'opposto di quello di un gigante del documentario come Wiseman: là dove Moore è tendenzioso ed invadente, Wiseman è sensibile e "trasparente". lascia che siano le immagini (ovviamente viste dal suo…
(THE DIRECTOR'S CUT)..TU,LI' NELL'ANGOLO DI QUESTA VITA...Hai mai pensato di RIUSCIRE ad attraversare il muro,di POSSEDERTI finalmente,di liberarti di maschere senza anima,INUTILE FARDELLO DI SEMPRE,LIBERO da paure ed…
Il primo documentario di Moore è assolutamente all’altezza dei successivi e in particolar modo di “Bowling a Columbine”. Attraverso un uso estremamente consapevole del mezzo cinematografico, il regista ci accompagna alla scoperta della storia degli ultimi anni di Flint, alternando momenti all’interno della città, tra i disoccupati a causa della gestione della GM da parte di Roger…
Un film impressionante sulle storture del sistema capitalistico. Dovrebbe essere visto da tutti. Michael Moore affronta il tema con l'ironia che diventerà consueta nelle sue opere future, ma non si può pensare che non si tratti di un'opera sincera.; Flint è la sua città e questo documentario è un atto dovuto.
2 Dicembre 2004, Jonathan Kashanian, stilista dandy italo-israeliano, vince il 'grande fratello' e dichiara convinto: "la felicità è nascosta ovunque. Basta cercarla". Questa playlist, sul tema della quotidiana…
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Commenti (4) vedi tutti
VOTO : 6,5 Un buon documentario apprezzabile per la denuncia e perchè non tira di mezzo la politica che a molta gente da fastido. Così la posizione dello spettatore non può che essere a favore delle disamine del regista.
commento di supadanyProvocatorio, ironico, eloquente, come sa essere Moore in tutti i suoi film, ma il populismo ancora una volta fa capolino.
commento di moviemanun documentario ricco di vari spunti espressivi.
commento di IVANSELVA