Regia di Pasquale Pozzessere vedi scheda film
E' un bel film, non c'è che dire, che si distingue da altri film di impegno civile contro la mafia per l'assenza di azioni eclatanti, a cominciare dalla stessa scena dell'omicidio. Credo anzi che il film sia molto realistico in questo, perché essa è rappresentata proprio come potrebbe accadere nella realtà, quando si assiste ad un episodio oscuro che non si comprende a colpo d'occhio, ma solo dopo riflettendoci sopra. Il film si fa apprezzare anche perché evita ogni retorica ed enfasi nel mostrare la scelta morale del protagonista. Egli va a fare deposizione perché è testimone oculare e sente il dovere di aiutare la giustizia; è un uomo di coscienza. Lo fa però in modo molto schietto, con semplicità, e senza arie di essere l'eroe che osa rompere il muro di omertà attorno alla mafia. Il suo coraggio e il prezzo altissimo che dovrà pagare lui e la sua famiglia saranno però fecondi: gli assassini vengono messi in galera e molti altri testimoni di altri fatti di sangue trovano anch'essi il coraggio di parlare. Accanto al suo dramma e al bel personaggio del commissario di polizia, vediamo tuttavia la meschinità e l'ingratitudine dello stato, incarnato perfettamente dai gelidi burocrati che lo vengono a trovare all'albergo. Fabrizio Bentivoglio dà una grande interpretazione, che ha i momenti migliori nei monologhi e nei racconti che fa all'amico commissario. Claudio Amendola è bravo, come ho sempre creduto, che purtroppo però spesso si butta in produzioni scadenti e superficiali, sprecando il suo talento. Margherita Buy, dal canto suo, fa la sua gran bella figura (in tutti i sensi).
PS. Si sta raccogliendo materiale per avviare la causa di beatificazione del giudice Livatino, il quale era uomo di grande fede, che metteva in pratica senza compromessi nel suo difficile lavoro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta