Regia di Alessandro Scillitani vedi scheda film
Un documentario che racconta un'altra realtà. Quella che ognuno in cuor suo si inventa, ma che pochi arrivano davvero a rendere esistente e concreta. Pochi arrivano a plasmarla con le proprie mani, da puri artisti, autentici e disinibiti interpreti del sé. Sono modellatori di sogni. Appariscenti e inafferrabili. Proprio come la luna.
Liberi. Non ribelli, ma costruttori. Persone mature che hanno suggellato la loro diversità non lanciando un no alla realtà vigente, ma appoggiando il loro individuale e coraggioso sì a qualcosa di inedito, da loro stessi inventato, creato, tenuto in vita e fatto crescere e prosperare. Questa galleria di protagonisti unici delle rispettive esistenze attraversa luoghi nascosti della pianura Padana, persi nell’assoluta visibilità assicurata dalla desolazione del paesaggio, piatto, uniforme e sterminato. Lo si direbbe una tavolozza vergine, la superficie ideale su cui versare e mescolare chiazze di vernice. È anche lo spazio indistintamente aperto, senza ombra né luce, da cui fuggire, per andarsi a rintanare in una nicchia esclusiva e senza uguali, ricca e preziosa come una reggia. Nelle case di questi artisti, appartenenti a nessun genere conosciuto, ogni dettaglio è al suo posto: vi occupa infatti una collocazione unica, impossibile da trovare in qualsiasi altra parte del mondo, perché è stata appositamente concepita per quell’oggetto, sottratto al collettivo discorso della storia, e diventato figlio di un pensiero dotato di nome e cognome, ma privo di un’identità che non sia la sua geniale singolarità. L’assenza di relazione, di qualsiasi connessione o inquadramento logico, esprime un’autonomia che non è mai opposizione rispetto all’esterno, bensì desiderio di rispondere in maniera inconsueta ai suoi suggerimenti, cogliendo soprattutto quelli sotterranei, provenienti dal passato (un antico titolo di principe, il restauro di vecchi tessuti, una surreale nostalgia per il Duce, una segreta alchimia tramandata in famiglia, il miracolo di una guarigione che equivale ad un distacco dalla normalità) o proiettati verso un futuro magico e lontano (un crepuscolare vagheggiamento religioso, una poetica invocazione al cielo notturno). L’ispirazione è il tema di ognuna di queste bizzarre collezioni, la sostanza della mania che segna la differenza: ognuno raccoglie per strada i frammenti di significati possibili, che altri hanno considerato incompleti ed inutilizzabili. Nascono così nuove espressioni, ed occorre un testo per poterle ordinatamente ospitare. L’anima di uomini e donne prosegue nelle loro dimore, che sono la forma materiale della loro voce interiore. L’io è nulla al di fuori del cosmo. È un centro che richiede un moto rotatorio a cui fungere da perno, una stella che vuole il suo sistema di pianeti. Anche piccolo, purché colorato. Anche stralunato, purché in rima. Anche incomprensibile ed oscuro, purché ricco di incanto. L’alienazione è un concetto vuoto, una condizione definita dal non esserci, dal sospingimento verso un imprecisato altrove. Solo la follia ha un sapore, raffinato e paradossale: una sinistra dissonanza vestita di un fantasioso abito infantile.
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