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The Open House

Regia di Matt Angel, Suzanne Coote vedi scheda film

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La recensione su The Open House

di alan smithee
3 stelle

NETFLIX

Logan (Dylan Minette) è un adolescente molto dotato in atletica leggera, nella disciplina della corsa, al punto da sognare una qualificazione che lo inserisca tra i candidati alle prossime Olimpiadi. Padre e madre lo seguono ed assecondano, sacrificando a sua insaputa ogni risparmio, e contribuendo per questo a rendere più problematica la già fragile situazione finanziaria della propria famiglia. Quando una sera il padre rimane vittima di un banale investimento d'auto, il ragazzo e la madre si vedono costretti ad abbandonare la propria dimora per stabilirsi in una località montana, nella casa di villeggiatura in vendita della zia del ragazzo, che la cede loro gratis, con la sola avvertenza che un giorno della settimana dovranno lasciarla libera per permettere all'agenzia incaricata di farla vedere ai visitatori interessati ad acquistarla.

Inizierà per quella coppia madre e figlio, un periodo sempre più tormentato, in cui episodi sempre più inquietanti ed inspiegabili legati alla casa e alle visite di cui essa diviene oggetto sempre più insistentemente, contraddistingueranno un menage tutt'altro che tranquillo, reso ancor più difficile dalla presenza di alcuni vicini di casa dagli atteggiamenti alquanto strani e contraddittori.

Il film, produzione Netflix che fa capo alla coppia di registi Matt Angel e Suzanne Coote, accumula indizi generici ed evasivi, e si prodiga in un continuo procrastinare di spiegazioni o chiarimenti che riescono solo a spiazzare e spazientire lo spettatore, desideroso almeno, qua e là, di qualche spiegazione generica che possa ritersi se non possibile, almeno coerente ed opportuna.

Invece la storia, prolungata sino oltre ogni possibilità di sopportazione, tutta incentrata sulla singolarità delle frequenze che ruotano attorno alla misteriosa magione, diviene presto snervante e banale, così come uno sberleffo simile ad una presa in giro, appare il finale beffardo, sbrigativo e risibile con cui gli assai poco brillanti sceneggiatori decidono di accomiatarsi dal povero spettatore, preso in giro senza tregua per circa un'ora e mezza di durata complessiva.

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