Regia di Woody Allen vedi scheda film
Omaggio all'essenza del Musical hollywoodiano dell'epoca d'oro da parte di un regista come Woody Allen, che nelle sue opere precedenti non vi aveva mai flirtato così esplicitamente, pur avendo già prodotto altri lavori che in qualche modo potevano essere definiti "musicali" (un titolo su tutti: Radio days del 1987, la cui colonna sonora pullulava di vecchie canzoni degli anni Trenta e Quaranta a cui Woody rendeva un nostalgico omaggio). Qui seguiamo le vicende di una famiglia allargata newyorchese che ricorda molto quella di Hannah e le sue sorelle, uno dei film corali meglio riusciti di Allen: ci sono amori che iniziano e finiscono, matrimoni e fidanzamenti sul punto di interrompersi e che poi miracolosamente si ricompongono, ma non c'è ancora lo scetticismo sul rapporto amoroso che si avvertirà in alcune delle opere degli ultimi anni come Basta che funzioni. Notevole la bravura del regista nell'assemblare e dirigere un cast variopinto ed eterogeneo, la leggerezza del tocco che si avverte in molte sequenze, l'originalità con cui ci vengono proposti i numeri musicali, fra cui uno dei più belli mi è sembrato quello dal gioielliere per la scelta dell'anello con la canzone "My baby just cares for me"; da citare almeno, fra gli altri, l'esilarante balletto dei fantasmi nella scena del funerale del nonno e il balletto "aereo", con tanto di volo irreale di Goldie Hawn sulle rive della Senna nel pre-finale, che canta la malinconica "I'm thru with love", portata al successo dalla mitica Marilyn Monroe. In un periodo come quello degli anni 90, in cui la stella di Woody cominciava lentamente a declinare, questo Tutti dicono I love you rappresenta senz'altro una boccata di aria fresca, capace fra l'altro di far ridere di gusto in più occasioni (ad esempio la scena di Drew Barrymore che ingoia l'anello nascosto nella torta ed è colta da convulsioni isteriche) e in cui lo stesso Allen si ritaglia un ruolo certamente simile ai suoi personaggi abituali, ma in maniera meno invadente che in altre occasioni. Fra gli altri membri dell'ampio cast, molto divertente la matriarca Goldie Hawn, esagitata senza scadere nella caricatura, azzeccata la coppietta romantica formata dalla Barrymore ed Edward Norton in cui si intromette il gangster Tim Roth, che appare in poche scene ma lascia il segno della sua bravura, Julia Roberts invece interpreta la donna che finisce per avere un'avventura con lo stesso Allen ed appare nel segmento ambientato a Venezia: una performance di livello professionale, in cui però la diva non spicca certamente sugli altri appena menzionati. Mereghetti ha rimproverato al film come un difetto il fatto che le voci di alcuni attori sarebbero stonate, ma, se si considera l'effetto realistico a cui Allen mirava nel riproporre le canzoni con le voci degli stessi attori, io non ho trovato niente di particolare da ridire (e, a dire il vero, non mi sono accorto delle stonature, forse a causa del mio orecchio poco allenato in materia). Nel complesso, un "entertainment" piacevole e una sfida sostanzialmente vinta per Allen.
voto 8/10
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