Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Durante l'adolescenza ho visionato diverse volte la videocassetta di questo film; poi, dopo molti, l'ho visto nuovamente e devo dire che il fascino che aveva su di me è rimasto invariato: il film, ambientato in un contesto strettamente cyberpunk, ha una trama piuttosto complessa, perfettamente integrata con l'atmosfera di desolazione tecnologica che la pellicola porta con sè: l'intreccio delle vicende di un programmatore di videogiochi, alla ricerca della sua donna che l'ha lasciato in preda ad una crisi mistica e del protagonista del suo ultimo videogioco, che a causa di un indefinito virus, ha acquistato coscienza e volontà. Le ricostruzioni delle immaginate tecnologie di un mondo futuro sovrappopolato, globalizzato, dominato dalle leggi dell'economia, pur non essendo dettagliate, contribuiscono a presentare una visione pessimistica, nella quale le medesime sono semplici strumenti in mano ai "poteri forti" e non contribuiscono al progresso morale della società. Vediamo come - ovviamente - anche i "buoni" sanno e possono farne uso. Gli attori italiani se la cavano bene recitando in ruoli per loro inusuali; un po' inespressivo Cristopher Lambert, il quale interpreta un personaggio che forse avrebbe meritato una maggiore introspezione. Buona la regia : l'alternanza dei racconti della fidanzata del protagonista; della ricerca del protagonista e delle vicende del personaggio del videogioco rende il filo conduttore arduo da seguire - ma non frammentato - e contribuisce al confezionamento di un prodotto finale sofisticato e molto curato in ogni sua parte.
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