Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Salvatores, che accompagnò l'uscita del film con una frase non certo originale («la commedia all'italiana è morta»), non abdica completamente al genere, ma aderisce temporaneamente all'estetica cyberpunk, una quindicina d'anni fa all'apice del successo, soprattutto in campo letterario. Le parti migliori di Nirvana, però, sono quelle (purtroppo ridotte ad una costola della trama principale) affidate ad Abatantuono ed ad Amanda Sandrelli, i quali tentano di evadere dai confini imposti loro dall'essere personaggi di un videogame, e che ricalcano inequivocabilmente gli schemi della commedia. Che fosse morta la "commedia all'italiana", intesa nel senso classico, lo avevano riconosciuto i suoi stessi autori, tanto che il suo de profundis è considerato La terrazza di Scola, del 1980. Ma la commedia italiana, caratterizzata essenzialmente dalla volontà di far ridere prendendo in giro i vizi italici, probabilmente non finirà mai, nemmeno, speriamo, nel cinema di Salvatores.
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