Regia di Lars von Trier vedi scheda film
Lars Von Trier all'ennesima potenza: inquietante, delirante, interminabile, beffardo, mostruoso. Fra l'horror e la commedia, a cavallo di una palpitante tensione (pregevolmente sottolineata dalla colonna sonora), Il regno parte dal Lynch televisivo di Twin Peaks, ma lo sorpassa con noncuranza da destra, quasi in maniera strafottente, sfruttando i limiti di un'operazione simile (gli intrecci fra i personaggi, elaborati con ottima cura, o la scarsa disponibilità di ambienti e le riprese in interni, ottimizzate e giustificate dall'ambientazione nella struttura ospedaliera) ed ampliandone le possibilità espressive (non che superi Twin Peaks in generale, poichè Lynch rende comunque meglio in altre cose). Ne viene fuori un'opera cupa, monumentale, infinita (quattro ore di lunghezza), nervosa (gran ritmo) e variegata, che ben riassume le potenzialità del cinema di Von Trier, nonchè la sua filosofia per quanto riguarda lo scontro fra il Bene e il Male.
Nel gigantesco ospedale danese chiamato 'Il regno' tutto è in apparenza sotto controllo. Ma sotto la facciata di normalità si nascondono misteri, intrighi, orrori: un dottore sperimenta la cura dei tumori innestandosi un fegato malato; un'anziana paziente sente voci di bambini lamentarsi nel vano ascensore; i medici formano una loggia segreta che si riunisce nei sotterranei; una dottoressa ha in grembo un feto che si sviluppa in modo inquietante; un chirurgo svedese nazionalista (che odia quindi i suoi colleghi) non riesce a superare il trauma del danno cerebrale causato tempo prima operando una bambina.
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