Regia di Giacomo Battiato vedi scheda film
Privo del padre ed afflitto da un complesso edipico che lo spinge verso il voyeurismo, lo stupro e la schizofrenia, l'adolescente romano Luca (Zibetti, con una faccia orrorifica adeguata al personaggio) violenta in sequenza Valeria (Broustal), Lorena (Ferrari) e Sonia (Toledo). Denuncerà lui stesso l'infamia subita dalla prima, che per riconoscenza gli si concederà. Quando però un indizio smaschererà il sadico, la seconda vittima - che aveva rinunciato a denunciarlo - si fa giustizia da sola.
Liberamente tratto dal Diario di uno stupratore di Anna Maria Pellegrino, il film di Battiato, sceneggiato con Graziano Diana (autore nello stesso anno del copione di Un eroe borghese), riduce la violenza carnale a una questione tra individui, lasciando dietro le quinte la dimensione sociologica di un problema che ci coinvolge tutti, tutti ugualmente rei di non esercitare abbastanza pressione su un sistema giudiziario troppo indulgente verso gli stupratori. Così, anche se il film si fa seguire con agilità e tratta un tema controverso ed interessante, irrita lo schematismo ideologico di fondo che riduce la protagonista Ferrari ad una figura a metà tra Un borghese piccolo piccolo e Il giustiziere della notte. Pessimo il sonoro di Gaetano Carito. Apparizione neppure tanto breve per il sassofonista partenopeo Daniele Sepe nella parte di se stesso. Nella colonna sonora compare la bellissima This woman's work di Kate Bush.
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