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La chiave di vetro

Regia di Stuart Heisler vedi scheda film

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La recensione su La chiave di vetro

di alan smithee
7 stelle

Un ambizioso politicante facile alla corruzione, Paul Madvig (Brian Donlevy), incontra ad una festa elettorale la bellissima figlia di un anziano politico suo rivale alle elezioni governative imminenti (la conturbante, magnifica, anzi iconica Veronica Lake), che non lesina ad insultarlo e schiaffeggiarlo davanti al pubblico. Anziché infuriarsi, l'uomo se ne innamora a tal punto da accettare di divenire il sostenitore del suo rivale, e per questo rinunciando ad ogni connivenza col mondo della malavita. Ma quest'ultima mal interpreta il gesto, ed il giorno in cui il figlio ribelle dell'anziano politico viene trovato morto ammazzato per strada, tra lo sconcerto della sorella 18enne di Paul, fidanzata in segreto del rampollo, i sospetti della polizia si addensano sullo stesso Madvig. Il fidato e scaltro Ed Beaumont (lo interpreta un atletico e spesso sin troppo maliziosamente sorridente Alan Ladd), braccio destro di Paul, si sobbarcherà gli oneri di una indagine pronta ad addentrarsi nello sporco più nascosto che si annida addentro le maglie di una politica frutto di compromessi e corruzione dilagante.

Per Ed, che non riesce a sottrarsi al fascino della bella promessa di Paul, che senza particolari pudori lo corteggia apertamente in pubblico, sarà l'inizio di un periodo travagliato entro il quale si ritroverà picchiato a sangue, minacciato, ma non per questo meno proteso a cercare di scagionare l'amico Paul da una accusa infamante, certamente più grave ed avventata dei soliti giochi di corruzione a cui era solito partecipare l'amico politico.

Per la regia di un veterano della Hollywood anni '40e '50, regista versatile e spesso contornato dai maggiori divi del momento, Stuart Heisler, La chiave di vetro è l'adattamento di un noto ed omonimo rmanzo di Dashiell Hammett, e al tempo stesso remake di una prima trasposizione datata 1935.

Spicca in particolare la corruzione dilagante che si associa in modo inquietante al mondo perverso e baricentrico della politica, ove sopravvivono solo gli squali più furbi e con le spalle coperte, e dove regna indiscrimitata la tattica del compromesso e della corruzione: un universo senza tempo e senza tramonto, non più di tanto dissimile alle desolanti situazioni di ogni tempo e periodo storico, passato e contemporaneo.

Fantastico invece soffermarsi sugli usi e costumi di un tempo ormai davvero molto lontano, ove l'importanza dell'apparire rivestiva un posto fondamentale, specie negi ambienti bene ove si concentra l'intero intrigo che caratterizza la storia del film, sia per l'uomo - sempre impeccabile nei suoi vestiti stirati come appena usciti dalla lavanderia - sia a maggior ragione per la donna, fasciata in vestiti lunghi assai elaborati, composti da stoffe pregiate, cappelli elaborati e messe in piega ardite e quasi avveniristiche: tra queste ovviamente spicca la chioma fluente ed avvolgente di Veronica Lake, attrice minuta e bassina ma così ben proporzionata da non renderlo mai apertamente visibile se non nel confronto diretto con gli altri attori coinvolti.

Questa fu solo una delle svariate pellicole che diedero vita ad una forma di collaborazione stabile tra lei e Ladd, scelti proprio grazie alla compatibilità fisica che li contraddistingueva - assieme alla bellezza - resa possibile dalla bassa statura che caratterizzava entrambi, molto fotogenici e dai lineamento perfetti, ma di statura decisamente sotto la media o lo stardard abituale hollywoodiano.

Quello che abbiamo dinanzi è un film noir teso e violento, ricco di intrighi e persino un pò macchinoso e complesso nel svelare poco per volta, ed appianare anche un pò confusamente, gli intrighi che sottostanno ai crimini e alle malversazioni di una classe politica moralmente discutibile e facile a farsi corrompere.

Una vicenda ove in fondo nessuno si salva, e nella quale spicca il ruolo trascinante e comunque foriero di vizio e corruzione che una bellezza senza ritegno come quella della "femme fatale" di turno Veronica Lake - una vera giocatrice con i cuori degli uomini, brutali ma in fondo facili da persuadere e da manovrare - riesce a rendere esplicito, fino a giustificare e far divenire plausibile un cambiamento di rotta, di pensiero politico e di atteggiamento verso la malavita, da parte di un uomo potente, tutt'altro che ingenuo, ma completamente perso dal fascino inarrivabile della donna fatale. 

Curioso ed insolito anche come ai due divi (Ladd e Lake), vengano affidati due ruoli che apparentemente appaiono di contorno, quasi a corollario di tutta la complicata vicenda, guadagnando poco per volta ognuno la propria posizione centrale addentro ad una vicenda noir che si rivela ben più intricata di quanto sarebbe stato lecito prevedere.

  

 

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