Regia di Steve McQueen (I) vedi scheda film
Razzismo, corruzione, parità dei sessi, criminalità, sono solo alcuni dei temi messi in quello che è il pentolone che contiene la trama dell’ultimo film di Steve McQueen. A cinque anni dal film premio Oscar 12 anni schiavo, il regista inglese decide di addentrarsi nella rappresentazione di una trama dagli svariati elementi che rischia di sembrare incompiuta.
Il problema di questa pellicola però, non è affatto l’incapacità di collegare tutti i punti trattati, anzi, ma piuttosto l’impressione che il racconto resti in superficie, senza calarsi nell’oscurità, anzi direi nella scomodità, dei temi trattati. Sembra un continuo dire-non-dire, il fare un passo avanti ed uno indietro; la sensazione è quella di assistere a qualcosa, senza avere la possibilità di prenderne parte, quasi a voler giustificare la presenza di alcuni argomenti che in realtà sono superflui.
Se McQueen non si fosse fatto prendere dalla smania di una netta presa di posizione, ne avrebbe ricavato due film capaci di creare con lo spettatore l’empatia necessaria per non sentirsi totalmente spettatori di ciò che ci viene raccontato.
Considerando il titolo netto e deciso che rappresenta il film, almeno in lingua originale, considerando che l’aggiunta nostrana è superflua ma tende a specificare il genere che rappresenta, quel Widows (Vedove), che ci permette di identificare da subito le protagoniste, la cui condizione vitale è sempre consequenziale alle scelte degli uomini che affiancano. Lapidario e concreto come finisce per essere anche la trama che sembra avere più l’intento di “spiegare” piuttosto che “far comprendere” le motivazioni di alcune scelte, finendo per tenere lo spettatore a debita distanza.
Nota di merito alla scelta del cast. Viola Davis è una garanzia e riesce a regalarci l’ennesima interpretazione magistrale. È sicuramente il membro del cast che si eleva al di sopra degli altri che la affiancano in modo degno, ognuno ben collocato nel personaggio che interpreta anche se, oltre alla Davis, nessuno è stato capace di fare meglio di quanto già non fosse in grado di fare.
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