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Roma

Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film

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La recensione su Roma

di tobanis
3 stelle

Non leggete questa recensione, che è incazzata, contro corrente e di parte. Per un'idea del film, leggete quella degli altri, questa l'ho scritta per me.

Questa sarà una recensione polemica e non oggettiva. Il film non mi è piaciuto ma per onestà dovrei dare una sufficienza, anche un 6/7. Ma non è sempre Natale, dunque dirò che questo film è sul nulla, è il nulla. Rispolvera in pratica i ricordi di infanzia di Cuaron, il regista, nato a Città del Messico nel ’61, che ambienta tutto ad inizio anni ’70, nel quartiere benestante di Colonia Roma, addirittura di fronte a quella che fu la sua vera casa da bambino. Fine. Sono ricordi interessanti? No, Sono ricordi per i quali è pure necessario un film? No (sempre a mio parere). Si può obiettare che ci danno uno spaccato della società messicana degli anni ’70, cosa di cui non vedevo l’ora, ne sentivo un bisogno quasi fisico. Da questo spaccato si capisce che i ricchi vivevano benino, per non dire molto bene, mentre i poveri no. I poveri vivevano piuttosto male, spesso costretti a lavori umili a casa dei ricchi. Una sorpresa. E ci voleva un film, per dirlo? Scopriamo l’acqua calda? In definitiva, l’inutile drammatizzazione delle cose comuni della vita. Non dico delle banalità della vita, sarebbe eccessivo, ma del quotidiano della vita, con i suoi alti e bassi, sì.

Non bastasse, il film è una rotta di maroni. Lasciamo stare il bianco e nero e la lingua originale, con sottotitoli, pena infernale di fantozziana memoria. In realtà il bianco e nero è di straordinario nitore, forse una delle cose più belle del film, e la lingua originale è spesso lo spagnolo, piuttosto comprensibile, e poi ci sono i sottotitoli.

Non è quello. E’ che qualcosa capita dopo 45’, prima il nulla. Ed è lei che confessa a lui di essere incinta. Lui dice, beh, è una bella cosa, scusa un attimo vado al bagno….sparito, scomparso, fuggito. Una merda d’uomo, come verrà chiarito in seguito. Però la scena sarebbe comica, se non fosse drammatica…poveraccia la protagonista.

La durata del tutto è eccessiva, due ore e un quarto, mi pare, e assieme a quanto sopra, oltre allo schifo di un cane che caga dappertutto nel cortiletto, mi fa dare uno sbagliato ma giustificato, dal mio punto di vista, voto di 3-4.

Sia chiaro, diciamo i fatti veri: il film ha fatto gridare al miracolo la critica, che in un delirio onanista è rimasta folgorata che San Paolo a Damasco era un dilettante. Va a Venezia e vince il Leone d’oro. Meritato? Boh, sarebbe da vedere gli altri, ma già avrei preferito First man – Il primo uomo, piuttosto. Vince il Golden Globe per film straniero e regia. Va agli Oscar, vince l’Oscar per migliore film straniero, regia e fotografia. E aveva altre 7 nomination. Critica entusiasta, insomma, pure a Film Tv. Grande pubblico, pure contento, comunque, per onestà va detto, per quanto molto grande sto pubblico non sarà stato: il film ha incassato poco o nulla, un flop al botteghino (ma aveva costi modesti, un piccolo flop), facendo sospettare che questo sia il classico film di cui tutti parlano senza averlo visto, magari perché fa un po’ figo, chissà. Per chi vuole, è su Netflix.

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