Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Roma piacerà in particolar modo a coloro che si orientano verso il cinema con un approccio più tecnico e strutturale. Perché se il plot è sostanzialmente essenziale, tanto da apparire quasi più come un estratto proto-documentaristico di vita che non come vera e propria narrazione, è nella regia che Roma compie passi da gigante. Il suo confinamento alla piattaforma Netflix è di conseguenza un gran peccato poiché i suoi campi totali e il suo complessivo e strabiliante impatto visivo (al quale il bianco e nero contribuisce in maniera sopraffina) meriterebbero il grande schermo.
Dietro alla maestria innegabile di un Signor regista pare però celarsi non poca furbizia, quella che si respira purtroppo dietro tante (troppe) operazioni che ad ogni minuto che passa paiono sempre più studiate a tavolino per far breccia nel contesto altolocato del Festival (Venezia come Cannes). L’intento è riuscitissimo (scroscio di applausi al Lido e Leone d’Oro al Miglior Film), ma viene da chiedersi quanto il film sia onesto.
Film umano e umanista, un’opera neorealista dalla regia melliflua e forte di alcune sequenze davvero straordinarie (quella al cinema, quella della sommossa urbana), ma pesante e a tratti terribilmente flemmatica. Generalmente sopravvalutato.
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