Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Progetto personale ed in parte autobiografico di Alfonso Cuarón, che firma un' opera splendidamente umanistica, dove la perfezione formale e stilistica è un mezzo efficace per veicolare l’emozione, la pietas e l'empatia verso la sua pura e stoica protagonista.
Roma di Alfonso Cuarón si apre con l’inquadratura stretta di un rettangolo di pavimento piastrellato, inondato dall’acqua insaponata, e capiamo che qualcuno, fuori all'inquadratura, lo sta lavando con secchio e ramazza. Nel riflesso tremolante dell’acqua vediamo riflesso il cielo, finché un aeroplano attraversa la pozzanghera insaponata da parte a parte.
Con questo inusitato incipit inizia il racconto di un travagliato anno della vita di una famiglia dell’alta borghesia, residente nel confortevole quartiere di Colonia Roma di Città del Messico all’inizio degli anni ‘70, ma soprattutto di quello, non meno denso di sconvolgimenti esistenziali, della loro domestica di etnia mixteca, Cleo. La quotidianità familiareè stravolta quando il padre parte per una presunta conferenza in Quebec, ma sparisce vigliaccamente, senza dare spiegazioni e si scopre che vive con un'altra donna, senza apparentemente preoccuparsi di mantenere un contatto nemmeno coi bambini. La moglie Sofia, lasciata sola ad affrontare il peso di crescere quattro figli, si sforza di tenere in piedi le loro esistenze. Cleo, calma e costante, fornisce ai bambini un minimo di normalità, anche se la sua stessa vita prende svolte inaspettate. La frequentazione sentimentale con un coetaneo appassionato di arti marziali Fermín, prende una piega disastrosa quando il giovane sparisce nel nulla, un po’ alla maniera del medico, alla notizia che Cleo è rimasta incinta. Con una pancia crescente, la ragazza si confida a Sofia, preparata per il licenziamento. E invecela padrona le esprime tutta la sua solidarietà femminile: "Non importa cosa ti dicono. Noi donne, siamo sempre sole. "
Girato in un nitido e lucente bianco e nero, con il regista a fare anche da direttore della fotografia, oltre che da sceneggiatore, è un progetto personalissimo ed in parte autobiografico, con Cuarón che ha dedicato il film a Libo, la domestica della sua famiglia, la donna che lo ha aiutato a crescere. Limitando i primi piani, il regista predilige inquadrature ampie, mantenendo una certa distanza da Cleo e dagli altri protagonisti e permettendo ai dettagli del mondo circostante di riempire gli spazi. Tuttavia questa distanza non riduce affatto l’emozione trasmessa dai personaggi, prova ne sia l’amplissima inquadratura della sala cinematografica in cui Cleo viene lasciata sola da Fermín, datosela a gambe con la codarda scusa di dover andare al bagno, dove lo sguardo man mano sempre più perplesso e deluso di Cleo campeggia quanto in un primo piano ravvicinato. Seppur tante cose le succedano e le si affollino intorno, drammi familiari ed eventi storici, il focus della storia rimane sempre sulla protagonista, semplice e commovente per la stoica pazienza con cui affronta le prove che la attendono, alcune strazianti, rimanendo al suo posto al fianco della famiglia, che, per il coraggio dimostrato nel corso di una gita al mare, si renderà pienamente conto di quanto la ragazza india sia una colonna portante ed insostituibile del loro nucleo, al di là di ogni differenza di classe, di etnia o di status.
Il film è un saggio di regia, per i movimenti fluidi e armoniosi con cui la cinepresa segue i personaggi , la perfezione tecnica e stilistica, la scelta azzeccatissima del bianco&nero che non raffredda le emozioni, anzi le esalta, il passo misurato che ci conduce gradualmente verso i climax, lo stile innovativo, con i già citati ampli quadri-inquadrature (non si può non citare anche quella spettacolare degli allenamenti di massa dei giovani adepti delle arti marziali). Ma non si tratta affatto di un esercito di puro stile, in quanto la cura stilistica è per Cuarón un mezzo efficace per veicolare l’emozione, la pietas e l'empatia, che raggiungono il vertice in alcune scene intensissime e dolorosissime (che non racconto per evitare spoiler).
Non può mancare una menzione per l'attrice protagonista Yalitza Aparicio, che nella vita non è un‘attrice professionista, bensì una maestra.
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