Regia di Chang-dong Lee vedi scheda film
Partendo da un presunto triangolo amoroso, Lee Chang-dong imbastisce un mistery-thriller d'autore, fortemente focalizzato sul racconto di tre persone, con tutti i loro taciti problemi, le cui vite s'intrecciano per produrre effetti devastanti. Il profluvio di particolari e la direzione meticolosa degli attori permettono al regista di costruire, infatti, tre personaggi estremamente complessi: Jong-su, un protagonista apparentemente freddo, costantemente impegnato nel tentativo di non far trasparire agli altri un forte stress emotivo, frutto di problemi privati e sentimentali; quindi Hae-mi, ragazza fragile ed ingenua, voluta anche dall'affascinante e misterioso playboy Ben.
Il nostro punto di vista è unicamente quello di Jong-su; non ci è dato sapere la verità, ma soltanto la sua verità. La nostra elaborazione della vicenda va di pari passo con quella del protagonista, così che si possa comprenderne l'agire e quasi giustificarne i mezzi. Eppure, a visione conclusa, l'opera rimane nella mente dello spettatore, perché essa è in grado di piantarvi il seme del dubbio. Burning è uno sguardo umano, quindi parziale e fallace, sull'ingiustizia e la sopraffazione psicologica, sui sentimenti e la loro corruttibilità.
Lee Chang-dong cita esplicitamente Faulkner e dello scrittore condivide la costruzione lenta del pathos, in costante e crescente tensione lungo tutto l'arco dell'opera, la quale non ha un solo calo di ritmo; carica i suoi personaggi di spessore psicologico e li cala in un'ambientazione fumosa, difficile da inquadrare. Le splendide musiche e la fotografia spesso tetra sono solo alcuni dei tanti elementi che conferiscono a Burning la perfezione estetica, necessaria ad una pellicola che vuole mettere in scena l'irrapresentabile: la rabbia repressa che sale, pronta ad esplodere nel momento in cui la ragione lascia il posto a sentimenti d'amore e rivalsa.
Rivalsa non solo sentimentale, ma anche sociale. Come nel Parasite di Bong Joon-ho, l'immagine che ci giunge è quella di una Corea del Sud classista, nella quale un uomo che ha ferito poco gravemente un agente delle forze dell'ordine va in galera, mentre un serial killer (ma lo è davvero?) insospettabile può perire solo di giustizia privata. In un finale privo di speranza, Lee Chang-dong denuncia una società marcia alla base, colpevole di aver posto i termini del successo in una linea di demarcazione tra ricchi e poveri.
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