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Burning - L'amore brucia

Regia di Chang-dong Lee vedi scheda film

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La recensione su Burning - L'amore brucia

di port cros
8 stelle

Ciò che eleva Burning è l’atmosfera ipnotica e rarefatta di inquietudine che Lee Chang-dong riesce magistralmente ad evocare, il senso di ossessione che ti mette a disagio insinuandosi sotto la pelle senza fartene capire le ragioni. Se l’enigma resta avvolto nel non detto, il fascino inquietante ed intossicante del film appare inequivocabile.

Jongsu (Ah-in Joo) è un aspirante scrittore che rincontra per caso (o no?) una vicina di casa dell’infanzia, Hae-mi (Jong-seo Jun), che lo aggancia fuori da un centro commerciale, lo porta a far l’amore nel suo piccolo e disordinato appartamento e gli affida l’incombenza di nutrire il suo invisibile gatto durante il viaggio in Africa per cui sta per partire. Il solitario Jongsu, afflitto dai problemi di una famiglia dissestata, ove la madre l’ha abbandonato quando era ragazzino ed il padre è sotto processo per aver aggredito un poliziotto,  comincia invaghirsi della strana ragazza. Tuttavia con suo sommo disappunto, quando la va a prendere al’aeroporto al rientro dall’Africa,  la trova accompagnata da un giovane bello e facoltoso conosciuto in viaggio, Ben (Steven Yeun, volto noto della serie The Walking Dead), che si insinua tra di loro componendo un ambiguo triangolo e dissestando le aspettative di Jongsu con l’indubbio fascino che il suo aspetto, la sua ricchezza e la sua coolness ricercata da Grande Gatsby coreano esercitano su Hae-mi.

 

Steven Yeun, Ah-in Yoo

Burning - L'amore brucia (2018): Steven Yeun, Ah-in Yoo

 

Poiché il film è basato su un racconto di Haruki Murakami, trasposto dal Giappone alla Corea, non mancano gli elementi onirici e surreali, che cominciano con il mistero del gatto, che non si palesa mai pur lasciando evidenti segni della sua esistenza nella lettiera, lasciando il dubbio se si celi abilmente nella confusione della casa di Hae-mi o se esista soltanto nella sua fantasia, che, come dimostrato in una delle prime scene, le consente di mangiare molto credibilmente un inesistente mandarino convincendosi che il frutto sia realmente tra le sue mani. Ma è soltanto l’inizio di un crescendo di inesplicabili misteri che ci conduce dagli orizzonti  della storia romantica, seppur tormentata, a quelli del thriller psicologico.

 

Il regista Lee Chang-dong si prende i suoi tempi dilatando un breve racconto in un film di lunghezza considerevole. Dopo una prima parte che incede flemmatica, ove,verso la metà, ci si chiede un po’ smarriti dove il film stia andando a parare, poi all’improvviso, dopo una magnetica danza in controluce al tramonto, la pellicola muta identità e si avvia  un epilogo magnifico ed inquietante, la parte migliore del film, ove tra serre incendiate e scomparse misteriose vanno in pezzi tutte le residue certezze.

 

Ah-in Yoo

Burning - L'amore brucia (2018): Ah-in Yoo

 

Ciò che eleva Burning ai livelli del gran cinema è l’atmosfera ipnotica e rarefatta di inquietudine che Lee Chang-dong riesce magistralmente ad evocare, con l’ausilio delle musiche e della poetica fotografia, il senso di ossessione che ti mette a disagio insinuandosi sotto la pelle senza farti capire veramente le ragioni, come quella con cui Jongsu corre a controllare le serre abbandonate della zona, dopo che Ben gli ha rivelato che si diverte a bruciarle e che la prossima “vittima” è già stata individuata, molto vicino all’abitazione del protagonista.

 

Il senso della vicenda resterà sfuggente, l’enigma avvolto nel non detto e ciò la rende vieppiù inquietante, costringendo lo spettatore ad interrogarsi anche ben dopo essere usciti dalla sala, sui molti dubbi rimasti e le possibili spiegazioni, gli indizi più o meno nascosti che potrebbero forse essere stati disseminati lungo la pellicola. E tutto questo ne fa un’opera dal fascino intossicante ed indiscutibile.

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