Regia di Spike Lee vedi scheda film
Ho sempre ritenuto che "il sogno americano" sia una delle illusioni più sopravvalutate dei nostri tempi. Una volta di più, ringrazio il cielo di non essere nato negli Stati Uniti. Voto: 7,5.
Ho iniziato il film dieci giorni fa con l'idea di vederlo a pezzi, perché il tema mi disturba molto. Dopo i fatti di Minneapolis (un ragazzo di colore ucciso da un agente di polizia, bianco ovviamente), ho ritenuto doveroso finirlo tutto d'un fiato. Non è stato facile, perché queste storie di odio gratuito mi sconvolgono nel profondo, anche quando sono trattate con qualche spruzzata di ironia.
Il film è ben fatto e apprezzo la scelta del regista Spike Lee di "non calcare troppo la mano". I fatti vengono raccontati per quelli che sono, senza indugiare nei dettagli più torbidi. Drammaticamente profetica la figura del poliziotto suprematista bianco che si vanta di aver ucciso un ragazzo di colore e di averla passata liscia.
Durante la visione è inevitabile continuare a domandarsi: "Perché?". Troppi interrogativi rimangono senza risposta.
Ho sempre ritenuto che "il sogno americano" sia una delle illusioni più sopravvalutate dei nostri tempi. Una volta di più, ringrazio il cielo di non essere nato negli Stati Uniti.
Voto: 7,5.
PS: il rischio di diventare come loro è sempre dietro l'angolo.
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