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BlacKkKlansman

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su BlacKkKlansman

di ChriAbbate
9 stelle

Spike Lee torna al cinema, in Italia, con BlacKkKlansman, la controversa storia vera di un poliziotto afroamericano infiltrato nel Ku Klux Klan. Questo "teatro dell'assurdo" fa in fretta i conti con l'assurdità di un qualcosa che, a decenni di distanza, continua a farsi sentire. Pellicola che consiglio vivacemente.

Spike Lee torna al cinema, in Italia, dopo anni di "assenza"; l'ultima pellicola proiettata sul grande schermo è Oldboy, remake dell'omonimo film sudcoreano, mentre Il Sangue di Cristo e Chi-Raq approdano nello stivale solo su home-video (il secondo è il primo film originale distribuito dagli Amazon Studios).

Torna nelle sale con BlacKkKlansman, la controversa storia vera di un poliziotto afroamericano infiltrato nel Ku Klux Klan, riuscendo anche ad avere un contatto diretto con David Duke. Vincitore del premio Oscar come miglior sceneggiatura non originale e del gran prix speciale della giuria del Festival di Cannes, inserito dall'American Film Institute tra i dieci migliori film del 2018, la pellicola del regista di Atlanta si prospetta come uno dei suoi lavori più riusciti. Il film è ben scritto e recitato ancora meglio da John David Washington (sì, il figlio di Denzel) e da Adam Driver, tanto da valergli anche una nomination agli oscar come miglior attore non protagonista.

«Parlerei di umorismo più che di commedia - commenta ai microfoni di Gabriele Niola il regista - perché gira tutto intorno alla premessa su cui si basa la sceneggiatura: sei parole, uomini - neri - si - infiltrano - nel - Ku Klux Klan. Bastano queste sei parole per far ridere, perché è una situazione assurda». Ed è proprio l'assurdità di questa premessa a divertire il pubblico in gran parte del film, con alcune gag davvero degne di nota e divertenti. Questo "teatro dell'assurdo" fa in fretta i conti con l'assurdità di un movimento che, a decenni di distanza, continua a farsi sentire nella cultura americana in primis, e in maniera simile anche in tutta europa. Un odio che va avanti da più secoli, come vuole farci intendere la pellicola: tanti i richiami all'odio razzista nel cinema di sempre, con richiami d'eccezione per The Birth of a Nation, pellicola muta girata dal padre del cinema D.W.Griffith. Fanno da sfondo al monologo iniziale di Alec Baldwin e aprono le porte della storia alla pellicola, come a dire: ecco cosa ci ha portato fino a questo punto. Non per niente le scene finali ci riportano al presente, esattamente all'Agosto 2017, in mezzo agli scontri di Charlesville.

«Il mio scopo come regista, e lo scopo di BlacKkKlansman, è quello di generare dialogo tra la gente» ha commentato Spike Lee. E allora è giusto continuare a parlare di questo film, a parlarne per non dimenticare mai, parlare per mantenere viva la storia e non dimenticarla, almeno quando questa sembri ripetersi ancora, e ancora, e ancora...

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