Regia di Spike Lee vedi scheda film
Lo scorso maggio avevo letto con piacere la notizia che il nuovo film di Spike Lee aveva ottenuto il riconoscimento del Premio della Giuria all’ultimo Festival di Cannes.
E mi ero subito domandato: “sarà riuscito finalmente ad aggiungere un importante tassello alla sua assai altalenante filmografia” ?
Perchè quando venne alla ribalta , alla fine degli anni ’80, proprio in quel di Cannes con “Lola Darling” prima e con “Do the right thing” poi , forse ancora oggi il suo film più famoso (con il sottoscritto presente: ero ancora abbastanza giovane e spensierato per potermi permettere certe piacevoli ma costose trasferte) Spike Lee sembrava poter diventare il grande regista che poi purtroppo, di fatto, non è stato.
Il “nostro” infatti, nel corso del tempo , dopo un un ottimo inizio (leggi “Jungle Fever” e “Malcom X”) come (quasi) tutti sappiamo, si “è perso per strada”.
E dopo aver girato ad inizio millennio il suo vero grande, grandissimo film , ovvero “La 25 Ora” e qualche anno dopo “Inside Man”, il suo film di grande successo al botteghino, basta, la sua carriera ha preso una piega incolore e cinematograficamente senza interesse o quasi.
Questo per spiegare come l’attesa per il nuovo “Blackkklansman” era da parte mia, veramente molto alta.
Ma le aspettative, forse troppe, sono andate in buona parte deluse, durante (la parte centrale del film è veramente farraginosa) e subito dopo la visione del film.
Il generoso premio, ai miei occhi, dato al film dalla Giuria di Cannes, ha comunque riportato nuovamente alla ribalta Spike Lee, e permesso una buona distribuzione in USA e persino nel nostro paese.
Bene, questo è importante: vuol dire che avrà ancora altre occasioni, fatto non scontato se andiamo a leggere la filmografia del regista degli ultimi 10 anni.
Il registro dato al film “dal nostro”, tratto da una storia vera, surreale, comedy (ed assai improbabibile in più di un’occasione), mi ha convinto solo in parte : così come la descrizione prima e l’interpretazione poi dei personaggi protagonisti.
Anche in altri buoni film di Lee, non solo nelle vette della sua filmografia, ad esempio “Mo’ Better Blues”, “S.O.S - Panico a New York”, c’erano ben altri personaggi ed attori.
Meglio alcuni ruoli secondari del film , pur rimanendo comunque solo (e a tratti pure divertenti) “semplici macchiette”.
Sicuramente ottimo il contributo fornito da Belafonte, protagonista del momento migliore del film per chi scrive.
Di giusto impatto il finale (a ribadire che parliamo di un film con un sincero valore fortemente politico a guardarlo bene) con il veloce richiamo alla visione dei disordini del 2017 e le imbarazzanti (come spesso accade) dichiarazioni del magnate Donald Trump nelle vesti del Presidente USA.
Poco comunque per salutare il film come un ritorno alla forma migliore di Spike Lee: ma per il momento, mi accontento.
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