Regia di Spike Lee vedi scheda film
Based on a f#cked true story.
Arruolatosi come primo poliziotto nero di Colorado Spring, Ron Stallworth viene mandato a infiltrarsi neil movimento del Black Power. Ma presto Ron comincia a occuparsi di una questione che gli sta più a cuore e che riguarda l'organizzazione chiamata Ku Klux Klan....
Proposto a Cannes nel concorso ufficiale (dove si è portato a casa il Grand Prix Speciale della Giuria), questo ventitreesimo lungometraggio di Spike Lee non delude coloro cui piace la sua cinematografia.
Con un tono di fondo solo apparentemente leggero, ripropone alcune delle sue peculiarità artistiche, a partire dagli aspetti tecnici di una fotografia molto realistica e su un supporto che simula la pellicola 35 mm (come nei film di egli anni '70-'80), per arrivare a quelli estetici (tipicamente quella scena in cui Ron e Patricia si posizionano sul carrello della macchina da presa che, muovendosi, crea la particolare impressione di un movimento fluido e sognante) per finire con quelli poetico-contenutistici da puro attivista militante.
Infatti il Regista si impegna ad esagerare gli aspetti più drammatici della storia rispetto al romanzo da cui il film è tratto, sia per accentuare alcuni elementi socio-culturali vissuti dagli afro-americani nel periodo in cui la vicenda si svolge, ma anche e soprattutto per riagganciarsi all'oggi e alla mai doma discriminazione razziale condita dalla rinascita dei movimenti dei "suprematisti bianchi", con corollario di documenti filmati (dell'assalto terroristico a Charlottesville nel 2017) che vengono inseriti nell'opera, di cui finiscono col far parte senza alcuna cesura.
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