Trama
A metà Ottocento, Hermann Kermit Warm viene inseguito per mille miglia, attraverso il deserto dell'Oregon fino a San Francisco, dai famigerati assassini Eli e Charlie Sisters, incaricati dal violento Commodore di farlo fuori. Durante il tragitto, però, Eli vive una crisi personale e comincia a dubitare delle scelte fatte, mandando all'aria tutti i piani.
Approfondimento
I FRATELLI SISTERS: UN WESTERN MODERNO
Diretto da Jacques Audiard e sceneggiato dallo stesso con Thomas Bigedain a partire dal romanzo Arrivano i Sisters di Patrick De Witt, I fratelli Sisters racconta la storia di Charlie ed Elie Sisters, due fratelli che, vivendo nel selvaggio e ostile west, hanno le mani sporche di sangue, sia di criminali sia di innocenti. I due non hanno voglia di uccidere: è semplicemente il loro lavoro. Charlie, il minore dei due, sembra nato per portare a termine i compiti a lui assegnati. Elie, invece, sogna un'esistenza normale. I due vengono assunti dal Commodore per cercare e uccidere un uomo. Dall'Oregon alla California, ha inizio allora una caccia implacabile che pian piano si trasformerà in processo iniziatico che metterà alla prova il folle legame che li unisce e la loro stessa umanità.
Con la direzione della fotografia di Benoit Debie, le scenografie di Michel Barthelemy, i costumi di Milena Canonero e le musiche di Alexandre Desplat, I fratelli Sisters rappresenta l'esordio in lingua inglese del regista Jacques Audiard, che così ha raccontato il progetto presentato in concorso al Festival di Venezia 2018: "L'idea di adattare il romanzo di De Witt non è mia. Viene dall'attore John C. Reilly e da sua moglie, la produttrice Alison Dickey. Ci siamo incontrati nel 2012 al Festival di Toronto, dove presentavo Un sapore di ruggine e ossa. Mi hanno chiesto di leggere il romanzo, di cui avevano già acquisito i diritti. L'ho letto e mi ha entusiasmato. All'epoca, non me ne sono reso conto ma è stata la prima volta che mi è stato chiesto di mettere in scena un argomento non scelto da me ma che mi piaceva. Fino a quel momento, avevo sempre lavorato sulle mie idee. Confesso anche che, se avessi scoperto da solo il romanzo, non avrei mai avuto il coraggio di cimentarmi in un western di mia iniziativa. Mentre preparavo la sceneggiatura, ho lavorato alla realizzazione di Dheepan - Una nuova vita: ecco perché, quando si è aperto il set, mi è sembrato tutto piuttosto esotico.
Mai avrei immaginato di dover dirigere un western. Il genere in sé non mi ha mai entusiasmato. I titoli che mi hanno sempre interessato sono quelli che ne raccontano il "declino": penso ad esempio ai film di Arthur Penn, a Piccolo grande uomo o Missouri. Tra i classici del genere sono attratto dai titoli che contengono al loro interno la critica a qualche cosa: Un dollaro d'onore, L'uomo che uccise Liberty Valance o Il grande sentiero. Da un punto di vista narrativo, il western è molto lineare, senza suspense, epico. Io amo invece le storie più tese e con sceneggiature ad effetto. I fratelli Sisters mi ha attirato perché presenta al suo interno dei temi a me familiari come quelli della filiazione e della fraternità, mischiati a tematiche tipiche del genere: l'eredità della violenza degli antenati e come controllarla. Non siamo molto lontani da L'uomo che uccise Liberty Valance, che racconta né più né meno l'arrivo della democrazia. Come si sposerà la democrazia con la violenza? Come questa può calmarsi o cessare? In I fratelli Sisters, tutto ciò trova ragionamenti e risposte nelle conversazioni tra i due fratelli protagonisti.
Dal mio punto di vista, I fratelli Sisters è un western pre-Freud. Ci sono due fratelli che parlano, parlano, parlano, e finiscono per dire cose che non hanno mai detto. Normalmente ciò dovrebbe avvenire in un salotto e non a cavallo. I fratelli Sisters sono chiacchieroni impenitenti ma anche spietati assassini e questo mix li rende interessanti. Ci è piaciuta l'idea di portare la storia verso una sorta di racconto macabro: due bambini persi nella foresta che avanzano verso qualcosa.
Ai due fratelli abbiamo opposto i personaggi di Warm e Morris, l'idealista e il dandy. Esistevano già nel romanzo ed erano delle figure divertenti. In contrasto ai due fratelli, alla loro follia e alla loro brutalità, rappresentano il mondo moderno e sono portatori di un'utopia. Le idee dell'idealista Warm finiranno per sedurre i due fratelli e, in particolare, Elie, portando a un punto di svolta inatteso, a un orizzonte morale diverso verso cui dirigersi. La figura di Warm ha il suo riscontro storico in quelle dei sansimoniani che, nel XIX secolo, attraversarono gli Stati Uniti diffondendo il loro presocialismo europeo.
Nei western moderni si possono distinguere, per semplicità, due diverse tendenze. Da un lato, c'è quella neoclassica con titoli come Appaloosa o Terra di confine - Open Range che cercano di riportare in auge la mitologia del West, con una certa reverenza nei confronti degli archetipi del genere; dall'altro lato c'è invece chi ricorre all'approccio messo in atto da Tarantino usando l'ironia, l'ultraviolenza e l'applicazione dei codici di violenza del cinema contemporaneo sul western. Io ho cercato una terza via: il western "calmato"."
Il cast
A dirigere I fratelli Sisters è Jacques Audiard, regista, sceneggiatore e montatore francese. Nato a Parigi nel 1952, Audiard è figlio del realizzatore francese Michel Audiard ed era destinato a divenire professore se durante i suoi studi in Letteratura non avesse scoperto la passione per il cinema, abbandonando… Vedi tutto
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- Leone d'Argento miglior regia a Jacques Audiard al Festival di Venezia 2018
Commenti (16) vedi tutti
La storia mi sembra fresca (ma magari mi sbaglio) e le due ore del film scivolano via piuttosto bene.
commento di moviemanBuona l'idea di fare un western indie, ma la cosa riesce a metà. A lunghi tratti fa sbadigliare. Phoenix, grande animalista, capì che i cavalli utiizzati nel film erano sottoposti a eccessivi stress.
commento di ClochardWestern brautigan-picaresco, pre-steampunk e fanta-storico, memore della lezione altmaniana, innervato da un doppio inconsapevolmente freudiano ante litteram stream of consciousness e sfociante in uno struggente finale ambientato in una ideale sequela di odisseiche stanze kubrickiane in cui i ritrovatisi personaggi superstiti si osservano vivere.
leggi la recensione completa di mckEli: Ehi, ma hai notato da quanto tempo nessuno sta cercando di ucciderci? Charlie: Non lo so, tre o quattro giorni? Eli: Non lo trovi strano?
commento di leoposnerSe mi viene proposto uno spettacolo con una lettura originale in un genere che da decenni propone ottimi film ma che non si discostano da uno schema più o meno rivisitato, non posso che esserne soddisfatto, incuriosito e assai rallegrato dalla interpretazione dei protagonisti. Ogni tanto mi chiedo che si vada cercando. Ma sono cattivo.
commento di PieroNon avevo apprezzato il romanzo e non posso ricredermi con il film. Buon cast sprecato.
commento di scapigliatoTroppo lento, tanto da risultare alla fin fine anche noiosetto. Tremenda delusione per me
commento di silviodifedeWestern atipico e interessante. Con personaggi più umani, più profondi, con più sentimento rispetto ai classici western dove gli uomini sembrano macchine. Ci sono alcuni problemi di regia nella prima parte, che rende la comprensione poco chiara. Per il resto è un lavoro che si guarda bene, pienamente discreto e consigliato. Voto: discreto
commento di Yusaku87Si può parlare di un revival del western,per l'alta qualità degli ultimi film che ho visto : "Hostiles","Jane got a gun","I fratelli Sisters"
commento di quicicascoI fratelli Sisters, che pure contiene in sé l’amore per una donna che non vedremo mai, è soprattutto un meraviglioso racconto di fratellanza con il quale il regista prova a inseguire un sentimento di solidarietà alla ricerca di giorni migliori che (forse) non arriveranno mai.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Audiard gira con grazia un film personalissimo, un western degenere che si distanzia fortemente da Sergio Leone per rimanere completamente francese e originale.
commento di jacknance“…vanno combattuti tutti coloro che campano alle spalle del proletariato senza svolgere alcuna attività”. Si rende necessaria la solidarietà fra le classi produttive “…dei collaboratori e dei soci, dal più semplice manovale al più ricco industriale, all’ingegnere più illuminato” (Henry de Saint Simon).
leggi la recensione completa di laulillaun guazzabuglio confuso e decisamente noioso. lo sviluppo psicologico dei personaggi è completamente scentrato e anche la trama lascia molto a desiderare.
commento di antimesE' un western atipico che guarda ai sentimenti,alla fratellanza e alla famiglia,dopo tutto quello che in un film western ci si aspetta tra polvere da sparo e violenza gratuita, c'è una morale ben definita sull'avidità dell'uomo che non è mai passata,su come alla fine la solidarietà e l'amore vince su ogni male
leggi la recensione completa di Infinity94bello questo sguardo europeo (sarebbe meglio dire, francese) sul western classico versione anti-eroica, come si conviene da tempo ormai. anche l'apporto di un altro francese, il compositore Alexandre Desplat, aiuta il tutto a mantenere quel fascino avventuroso e introspettivo allo stesso tempo.
commento di giovenosta