Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Un film col botto. Nomen omen, Il ciclone fu un vero proprio terremoto nel grigio panorama cinematografico italiano degli anni novanta. Non tanto per i suoi valori artistici, quanto per il significato economico e finanche sociale. E' l'affresco generazionale dei trentenni annoiati, pigri, mollaccioni, risvegliati per l'arrivo della novità, e cioè delle ragazze forestiere. Insomma, Pieraccioni con questo film realizza ciò che di meglio sa fare, ossia non proprio raccontare una storia, ma parlare di uomini giovani alle prese con i sentimenti, e sotto sotto pervasi da un senso di incomunicabilità. Sullo sfondo brullo della Toscana, una curiosa e simpatica commedia che fa divertire specialmente grazie all'impiego di caratteristi piacevoli, come lo stralunato Massimo Ceccherini, Paolo Hendel, Tosca D'Aquino ("buonasera a tutti, spagnoli e non!"), Barbara Enrichi, la garanzia Alessandro Haber, Sergio Forconi. Su tutti, la voce incombente e bonaria di quel monumento vivente che è Mario Monicelli. Pieraccioni è stato il nostro golden boy, ma ora farebbe meglio a crescere, altrimenti logorerà sia se stesso che noi spettatori.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta