Regia di Laura Chiossone vedi scheda film
Alla festa di compleanno di un bambino di 8 anni i genitori, in partenza educati e rispettosi, si lasciano andare rivelando le loro reali nature di persone maleducate, intolleranti e violente.
Perfetti sconosciuti (Paolo Genovese, 2016) è stato un campione di incassi e perfino un simbolo della rinascita del cinema italiano; Carnage (2011) è una delle ultime pellicole firmate da Roman Polanski, un kammerspiel affidato a quattro solidissimi attori. Genitori quasi perfetti è l’incrocio derivante da questi due film, scimmiottati fin dal titolo e, chiaramente, nelle atmosfere, nell’ambientazione e negli argomenti; francamente qualcosina di più ce lo si poteva anche aspettare, date le interessanti premesse. E cioè (le premesse:) rivelare la brutalità del genitore (con figlio piccolo) d’oggi, dettagliarne l’involuzione umana che va di pari passo con quella dei ‘tempi moderni’, quelli dei social, dell’indignazione, della mancanza di contatto e di tante altre brutture e storture. La sceneggiatura firmata da Gabriele Scotti e Renata Ciaravino non si spinge però granchè in profondità e la storia non va oltre al mero campionario di scenette dall’emozione facile e facilmente pilotata; il cast pesca fra nomi interessanti e non delude, a ogni modo: Lucia Mascino, Paolo Calabresi, Anna Foglietta, Elena Radonicich, Paolo Mazzarelli, Erika Blanc, Marina Rocco e Marina Occhionero sono gli interpreti principali del lavoro. Che è peraltro un’opera seconda a distanza di ben sette anni dalla prima: Laura Chiossone aveva infatti debuttato nel lungometraggio a soggetto nel 2012 con Tra cinque minuti in scena, dopo un buon apprendistato nel videoclip musicale, come ben evidenziano anche certe scene di Genitori quasi perfetti (l’uso del ralenti o del grandangolo, la sequenza coreografata di chiusura). 2,5/10.
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