Regia di Ari Aster vedi scheda film
Si tratta di una antologia di situazioni tipiche di film horror. Stregoneria, convulsioni, nonna morta, decapitazione, possessione, autocombustione, voodoo, bamboline, rumori nel buio, apparizioni sinistre, un suono ossessivo, e una delle più brutte bambine della storia del cinema, insomma c'è quasi tutto l'armamentario completo. Non siamo in Virginia ma nello Utah, stato sufficientemente tetro per situazioni di questo tipo. Il tutto ha una veste attraente, è girato con un certo stile, ci sono raffinatezze come il passaggio dalla notte al giorno e viceversa, la fotografia è buona, come il montaggio, e le prestazioni degli attori sono apprezzabili, in particolare quella di Toni Collette, pure lei di una bruttezza rara. Ma c'è un problema. Ari Aster ha pensato bene di dare allo spettatore la soluzione del busillis. Tanto meglio sarebbe stato lasciare tutto sospeso, vago, indeterminato. La fine è, di per se, una ciofeca abnorme, ma oltre a lasciare in bocca un sapore disgustoso, fa perdere senso a tutto quanto visto prima, e l'intera vicenda appare, improvvisamente, ridicola. E' un castello di carte che crolla rovinosamente e instilla la consapevolezza di aver sprecato due ore di tempo che poteva essere impiegato in modo molto più costruttivo guardandosi, come diceva qualcuno, un bel documentario sui tessitori della Valsugana.
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